La direttiva dell’Unione europea sulle Case Green sta arrivando alle sue battute finali. L’oggetto in materia è la prestazione energetica nell’edilizia europea, con ripercussioni pesanti su milioni di cittadini degli Stati membri Ue, Italia inclusa. La nuova normativa andrà a imporre una serie di ristrutturazioni agli edifici affinché diventino meno inquinanti e più efficienti sul piano energetico. Non è un mistero che la direttiva rientri nel piano Fit for 55, programma che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto a quelle registrate nel 1990.

E non è nemmeno un mistero che la direttiva sia fortemente osteggiata nel nostro Paese. Contro il provvedimento si è scagliato ad esempio il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che lo ha definito “intriso di fanatismo e ideologia“, e chiedendo allo stesso tempo alla premier Meloni di fermare la normativa Ue.

Case green: ecco gli edifici interessati dalla direttiva Ue

Secondo la direttiva Ue sulle case Green, gli edifici residenziali già esistenti dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030, quella D invece entro il 2033. Tempi più ristretti invece per gli edifici non residenziali, che dovranno raggiungere la classe energetica E e quella D rispettivamente entro il 2027 e 2030.

A questo proposito chiariamo che gli interventi di ristrutturazione volti al miglioramento dell’efficienza energetica dovranno essere svolti quando arriva un nuovo inquilino o in concomitanza di una vendita o ristrutturazione dell’intero edificio. Sulla carta, dunque, se una famiglia non ha intenzione di lasciare la propria abitazione o di ristrutturarla, non sarà obbligata a seguire la direttiva dell’Unione europea.

Chi è obbligato a ristrutturare casa? La direttiva Ue sulle Case Green vede il semaforo verde

Per il nostro Paese esiste però un problema non secondario. Più di metà delle case (il 60%) non ha un APE, vale a dire l’Attestato di prestazione energetica.

Ciò avrebbe delle ulteriori conseguenze sul nostro Paese, che si troverà nella posizione scomoda di dover effettuare un censimento su tutto il territorio italiano. Per quanto riguarda invece i dati di Enea, ad oggi l’86 per cento degli edifici residenziali in Italia appartiene alla classe energetica D o inferiore, con il 60% che si troverebbe nelle due classi peggiori, vale a dire F e G. Insomma, entro pochi anni, le case dovranno adeguarsi ai nuovi standard. Gli edifici residenziali già in essere dovranno raggiungere la classe di efficienza energetica E entro il 2030. Mentre per la classe energetica D la data limite sarà il 2033.

Riassumendo

– La direttiva Ue sulle Case Green si avvia verso l’ok finale.
– L’Italia è contraria alla normativa, che obbliga milioni di cittadini degli Stati membri a tutta una serie di ristrutturazioni ai loro edifici.
– Gli edifici residenziali già esistenti dovranno raggiungere la classe di efficienza energetica E entro il 2030, quella D entro il 2033.
– I cittadini saranno chiamati a ristrutturare le proprie abitazioni soltanto in caso arrivi un nuovo inquilino. Oppure in concomitanza di una ristrutturazione dell’edificio o della sua vendita.
– Chi invece non ha intenzione di lasciare la propria casa né di ristrutturarla, non avrà l’obbligo di seguire la direttiva.