C’è un borgo in Sardegna che nelle ultime settimane sta ricevendo l’attenzione di migliaia di nomadi digitali da tutto il mondo. Merito di Work from Ollolai (in sardo Traballa dae Ollolai), un’iniziativa promossa dal Comune sardo per combattere lo spopolamento del paese. Anche stavolta al centro del progetto c’è la vendita delle case a 1 euro. E anche stavolta il progetto è finito sotto i riflettori della stampa internazionale, tra cui il quotidano britannico The Guardian. L’obiettivo è di far nascere all’interno del borgo un nucleo di residenze per professionisti internazionali che lavoreranno (e vivranno) in smart working a Ollolai.

Non è un caso che negli ultimi anni il progetto delle case a 1 euro ha avuto sempre un ottimo successo, senza considerare che il fenomeno del nomadismo digitale è ugualmente diventato un vero e proprio trend, insieme allo smart working. 

Work from Ollolai: il progetto che mescola case a 1 euro e smart working

L’ideatore del progetto è il primo cittadino Francesco Columbu. In una serie di interviste, il sindaco di Ollolai ha sottolineato come il suo paese offra cibo sano, natura, tranquillità e una comunità accogliente. Non solo però, perché ci ha tenuto a precisare che Ollolai è compresa tra le cinque blue zone a livello mondiale. Le blue zone sono le cosiddette zone della longevità, cioè territori in cui i ricercatori hanno registrato un’elevata concentrazione di ultra-centenari.

La prima nomade digitale ad aderire al progetto Work from Ollolai è la designer 39enne Clarese Partis, che di mestiere fa la designer. La giovane arriva dalla California e abiterà nel borgo sardo da dove lavorerà in smart working. Tra poche settimane la raggiungerà una coppia del Singapore.

Case a un euro per i nomadi digitali: così questo borgo della Sardegna è diventato il paradiso dello smart working

Al momento al Comune sono pervenute oltre 1.000 richieste di adesione.

Per capire il successo ottenuto a livello internazionale dal progetto, è sufficiente pensare che le richieste sono giunte perfino dal Perù, dal Messico e dal Sud Africa. E a proposito dello Stato sudafricano, un ambasciatore ha acquistato una delle case a 1 euro in vendita nel paese.

Il mondo del lavoro è molto cambiato, la pandemia ha di fatto aperto allo smart working e alla modalità del telelavoro e in concomitanza, tantissimi giovani desiderosi di viaggiare e lavorare da remoto, hanno preso la palla al balzo e si sono trasformati in nomadi digitali.

Quindi, non stupisce il successo di queste iniziative come quella delle case a 1 euro, che attirano nomadi digitali da tutto il mondo. Allo stesso tempo, ci sono alcuni – anzi diremmo molti – borghi che hanno bisogno di rinascere e con queste iniziative riescono a ripopolarsi e ritrovare lo splendore perduto.

Riassumendo

– Un piccolo borgo della Sardegna – Ollolai – ha lanciato un’iniziativa che sta riscuotendo un enorme successo a livello internazionale.
– L’obiettivo è di costruire una rete di residenze abitate da professionisti che abiteranno a Ollolai e lavoreranno in smart working.
– Al momento sono pervenute più di 1.000 richieste di adesione al progetto, anche da Paesi molto lontani come Perù, Messico e Sud Africa.
– La prima ad arrivare nel piccolo borgo sardo è Clarese Partis, 39 anni proveniente dalla California, che di lavoro fa la designer.
– A fine settembre verrà raggiunta da una coppia originaria di Singapore, a conferma del carattere internazionale del progetto.