Torna la dicitura madre e padre sulla carta d’identità dei minori, a sostituzione dell’attuale dicitura del più generico genitore che era stata introdotta nel 2015. Il decreto, firmato dal ministero dell’Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell’Economia, fa tornare il documento alle sue origini.

Carta d’identità, si ritorna a madre e padre

E dire che i primi indizi facevano pensare tutt’altro, il post di Salvini datato agosto 2018, che aveva fatto presagire il cambiamento, sembrava essere stato accolto sostanzialmente in maniera negativa, compresi i 5 stelle.

Salvini aveva scritto: Genitore 1 e Genitore 2? No, mamma e papà. Puntuale era arrivata la replica del garante alla Privacy, Antonello Soro, il quale aveva risposto:

“La modifica introdotta dal decreto si è rivelata inattuabile in alcune ipotesi, con gli effetti discriminatori che necessariamente ne conseguono per il minore. Per esempio, nei casi nei quali egli sia affidato non al padre e alla madre biologici, ma a coloro i quali esercitino — secondo quanto previsto dall’ordinamento — la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero”.

Alla fine, però, le cose sono andate in tutt’altra direzione, il nuovo decreto pubblicato su Gazzetta Ufficiale porta la data 31 gennaio 2019. Già archiviato quindi quello del 23 dicembre 2015 che invece rimandava a una genitorialità universale, senza intendere esplicitamente il ruolo biologico della coppia responsabile delle cure del minore. Un ritorno, quindi, alla tradizione che non può che far felici i salviniani e non può invece che far storcere il naso a coloro che avevano a cuore realtà solitamente discriminate.

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