Dopo una lunga battaglia legale, arriva l’ufficialità. Il canone Rai va in prescrizione! Si, ma non è una buona notizia, visto che la precedente prescrizione era riferita a 5 anni dal mancato pagamento in bolletta. Ora invece tale imposta può essere richiesta dall’Ufficio Riscossione anche entro 10 anni.

Una batosta senza precedenti?

Non mancano le polemiche in merito alla decisione della Cassazione di spostare il termine di prescrizione del canone Rai da 5 a 10 anni. Ma prima di vedere di che tipo di polemiche si tratta, facciamo un passo indietro.

Un contribuente ha impugnato le cartelle esattoriali relative a tale imposta Il contribuente in questione ha contestato l’intervenuta prescrizione delle pretese tributarie. Il ricorso è stato accolto in primo grado. Successivamente l’appello presentato dal concessionario della riscossione è stato rigettato con tale sentenza:

“i titoli esecutivi divenuti irretrattabili per carenza di impugnazione […] sono atti amministrativi non idonei di per sé – e in assenza di titolo giudiziale o di altro titolo idoneo per legge – a determinare l’effetto processuale di convertire il termine di prescrizione ordinario in quello decennale”.

Quanto stabilito dalla commissione tributaria sembrava aver messo la parola fine sulla vicenda. Neanche per sogno. La concessionaria della riscossione ha infatti fatto ennesimo ricorso, stavolta rivolgendosi alla cassazione. Insomma, questi soldi li voleva a tutti i costi, nonostante due sentenze avverse. Ebbene, alla fine la Cassazione ha deciso di darle ragione. A tal proposito, la concessionaria ha fatto valere la sua proposta con una serie di motivazioni ad hoc. Eccone uno stralcio;

“il fatto che sia stato applicata una prescrizione quinquennale anche ai crediti erariali – tra i quali, nel dettaglio, entrano anche i crediti di Irpef, Irap e Iva e il canone Rai, per il quale, in assenza di una norma derogatoria, si deve applicare l’ordinario termine decennale di prescrizione – costituisce una violazione ai sensi dell’articolo 360, n. 3 c.p.c, dell’articolo 49 del DPR n. 602/1973”.

A quanto pare, tali precisazioni hanno fatto breccia nei giudici, i quali hanno spostato la prescrizione raddoppiandola a 10 anni.

Canone Rai, cambia la prescrizione

Il Canone Rai è ancora oggi l’imposta più odiata dagli italiani e sostanzialmente il fatto che sia stato abbassato il canone da 90 a 70 euro rischia di trasformarsi in un boomerang per la tv del servizio pubblico. La speranza della prescrizione rimaneva un’ancora per chi proprio non ha intenzione di pagare le vecchie bollette, ma con la prescrizione a 10 anni le cose ora si complicano parecchio. Eppure, le polemiche non mancano, visto che la Cassazione in passato si era espressa per prescrizioni di 10 anni solo per tasse e imposte come Irpef, Iva, Irap e Imposta di registro. Molti infatti polemizzano sul fatto che il canone Rai non può essere equiparato a tali tasse. La sua natura annuale la identifica con un carattere autonomo e unitario. Inoltre, il pagamento non risulta essere legato ai precedenti.

A quanto pare però tali motivazioni non colgono poiché c’è un difetto di forma, una mancanza secondo la quale la prescrizioni a 5 anni non può più essere applicata. Non essendoci una specifica disposizione relativa al termine di prescrizione che vada a modificare quella generale di 10 anni, non può esserci quindi una durata diversa dalla stessa che si applica per le succitate imposte e tasse. Insomma, la Cassazione non ha voluto sentire ragioni e si è limitata giustamente ad applicare ciò che in sostanza la legge prevede, in mancanza di un riferimento specifico. Il consiglio è quello di conservare sempre con cura le bollette che certificano il vostro pagamento, e ora dovranno rimanere conservate per 10 anni, se non vorrete correre il rischio di una richiesta di riscossione.

I punti salienti…

  • in un primo momento la sentenza aveva dato misura di prescrizione a 5 anni per il Canone Rai;
  • la Cassazione ha stabilito che il canone va invece in prescrizione dopo 10 anni;
  • tale imposta viene quindi equiparata a tasse come Irpef e Iva.