Il Governo Meloni ha davvero fatto tabula rasa del reddito di cittadinanza, ma ora iniziano a saltare fuori le prime contraddizioni di una manovra che era già considerata altamente impopolare. Con la cancellazione del sostegno, infatti, vengono cancellate anche le sanzioni verso coloro che avevano fatto i furbetti e si erano beccati l’accusa di truffa ai danni dello stato.
Reddito di cittadinanza, il PD fa notare una pesante contraddizione
Altro che tuoni e fulmini: dopo aver lanciato palle di fuoco per anni contro i truffatori che hanno approfittato indebitamente del reddito di cittadinanza, la Meloni in pratica offre un condono.
A farsi porta bandiera di tale contraddizione è la capogruppo del partito alla camera, Debora Serracchiani, la quale in un’intervista ha dichiarato:
“Il governo ha fatto il condono che, fra i tanti varati in manovra, forse era l’unico al quale non pensava. Pasticcio, certo, ma di una notevole gravità. Eliminando l’intera disciplina, e dunque anche le norme incriminatrici, si è ottenuto un risultato assurdo. Fatti salvi i reati più gravi come l’associazione a delinquere, vengono abolite le pene per tutti coloro che, per ottenere il reddito di cittadinanza, hanno fatto dichiarazioni mendaci, hanno utilizzato documenti falsi o hanno omesso informazioni dovute. E vengono meno anche le sanzioni per chi omette di comunicare le variazioni di reddito e di patrimonio”.
Come rimediare a tale pasticcio?
Insomma, sembra davvero un gran pasticcio quello fatto dal Governo in merito all’abrogazione del reddito di cittadinanza. In effetti, sul decreto della legge di Bilancio, al comma 318 dell’articolo 1, c’è scritto:
“A decorrere dal 1° gennaio 2024 gli articoli da 1 a 13 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, sono abrogati”.
Ciò significa che sono cancellati tutti gli articoli dall’1 al 13 del decreto Conte Uno, con cui il governo gialloverde regolamentava il reddito di cittadinanza.