Il Governo Meloni ha davvero fatto tabula rasa del reddito di cittadinanza, ma ora iniziano a saltare fuori le prime contraddizioni di una manovra che era già considerata altamente impopolare. Con la cancellazione del sostegno, infatti, vengono cancellate anche le sanzioni verso coloro che avevano fatto i furbetti e si erano beccati l’accusa di truffa ai danni dello stato.

Reddito di cittadinanza, il PD fa notare una pesante contraddizione

Altro che tuoni e fulmini: dopo aver lanciato palle di fuoco per anni contro i truffatori che hanno approfittato indebitamente del reddito di cittadinanza, la Meloni in pratica offre un condono.

È quanto fa notare il PD, il quale ha depositato un’interpellanza urgente rivolta al ministro Nordio: “Nella furia di colpire i poveri, hanno finito per premiare i truffatori”. È quanto dichiarato proprio dal Partito Democratico, il quale fa notare il grave problema scatenato dalla cancellazione del sostegno lanciato dal M5S nel 2019.

A farsi porta bandiera di tale contraddizione è la capogruppo del partito alla camera, Debora Serracchiani, la quale in un’intervista ha dichiarato:

“Il governo ha fatto il condono che, fra i tanti varati in manovra, forse era l’unico al quale non pensava. Pasticcio, certo, ma di una notevole gravità. Eliminando l’intera disciplina, e dunque anche le norme incriminatrici, si è ottenuto un risultato assurdo. Fatti salvi i reati più gravi come l’associazione a delinquere, vengono abolite le pene per tutti coloro che, per ottenere il reddito di cittadinanza, hanno fatto dichiarazioni mendaci, hanno utilizzato documenti falsi o hanno omesso informazioni dovute. E vengono meno anche le sanzioni per chi omette di comunicare le variazioni di reddito e di patrimonio”.

Come rimediare a tale pasticcio?

Insomma, sembra davvero un gran pasticcio quello fatto dal Governo in merito all’abrogazione del reddito di cittadinanza. In effetti, sul decreto della legge di Bilancio, al comma 318 dell’articolo 1, c’è scritto:

“A decorrere dal 1° gennaio 2024 gli articoli da 1 a 13 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, sono abrogati”.

Ciò significa che sono cancellati tutti gli articoli dall’1 al 13 del decreto Conte Uno, con cui il governo gialloverde regolamentava il reddito di cittadinanza.

Tra questi l’articolo 7, il quale era riferito proprio alle sanzioni rivolte ai furbetti. Tutto cancellato con un colpo di spugna. Come rimediare a questo pasticcio? In realtà la regola entrerà in vigore nel 2024, quindi il Governo ha ancora tempo per rimediare modificando l’esecutivo e cancellando questa pericolosa contraddizione. Non abbiamo dubbi sul fatto che ci siano tutte le intenzioni per farlo, ma rimane sconcertante il fatto che tale conseguenza non sia stata notata.