Da quando sono iniziate le rilevazioni del clima, solo in poche altre occasioni abbiamo assistito a un caldo record superiore a quello di questa estate 2023. Steam parlando di oltre due secoli di storia, ossia dal 1800 a oggi. Questa bollente estate entra quindi nel podio delle più calde di sempre in Italia e si posiziona al terzo posto. Naturalmente, eventi climatici di questo tipo non passano inosservati e possono lasciare il segno in altri settori del quotidiano, senza dimenticare poi le forti implicazioni economiche sull’intero paese.

2023 sul podio

Terzo posto finora per questo 2023, ma possiamo dire che ormai il peggio è passato, anche se non mancheranno giornate afose e super bollenti anche in questo mese di settembre. A tal proposito, se siete ancora vogliosi di giornate al mare, allora potreste trovare interessante alcune strutture balneari che regalano vacanze tra spiaggia e cultura e che permettono di vivere del giornate ricche di fascino e storia. Ma torniamo a parlare di caldo da record e vediamo nel dettaglio cosa ci dice lo studio effettuato da Coldiretti. A quanto pare si è registrata una temperatura superiore di 0,67 gradi alla media storica, cosa che ha portato infatti questo 2023 al terzo posto nella classifica che va dal 1800 ad oggi.

L’analisi si avvale dei dati Isac Cnr nei primi sette mesi del 2023. La media nazionale inoltre cede il passo quella del settentrione. Al Nord infatti questo 2023 è stato ancora più caldo e si posiziona addirittura al secondo posto nella classifica complessiva, con temperature di ben +0,86 gradi superiori alla media. Eloquente in questo senso il comunicato rilasciato proprio dalla Coldiretti sull’analisi svolta:

“Si conferma dunque anche quest’anno la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020”.

Caldo record, numeri da paura

Il clima sta cambiando e ormai lo sappiamo da decenni, anche se spesso si è fatto finta di non ascoltare.

Le conseguenze sono naturalmente di grande impatto anche per tanti settori, come ad esempio la produzione del grano, che ha avuto un rallentamento quantificabile intorno al 10%. A risentirne anche quella delusa, con un impatto quantificato al 14%, ma soprattutto quella dell’uva, con impatto addirittura del 70%. Anche in questo caso il comunicato di Coldiretti chiarisce al meglio i punti e le conseguenze sopra accennate:

“A causa dei cambiamenti climatici quest’anno si registra, infatti, un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registra un calo per il pomodoro. Ma in difficoltà sono anche le altre produzioni ortofrutticole bruciate dal caldo torrido con ustioni che provocano perdite, dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche fino alle melanzane”.

Insomma, l’impatto che il caldo estremo ha avuto sul nostro paese è davvero da importante, per non parlare poi dei rischi alla salute che ogni anno in estate corriamo per il clima estremamente afoso e bollente. Si tratta di un fenomeno ormai che sembra inarrestabile, ma è senza dubbio compito della politica riuscire ad arginare quelle che sono le conseguenze di tale situazione climatica a tratti incontrollabile.

I punti chiave

  • In Italia questo 2023 si è caratterizzato per il caldo estremo, terzo nella storia dal 1800 a oggi;
  • al nord le temperature sono state in media ancora più alte, seconda estate più calda di sempre;
  • le conseguenze di questi cambiamenti climatici hanno un impatto devastante su tanti settori nel nostro paese.