Lavorare con questo caldo record non è bello per nessuno. Il caldo estremo, che sta mettendo a dura prova la pazienza di tutti, ha conseguenze negative anche per chi lavora e deve passare ore all’aperto o in contesti dove il caldo diventa intollerabile. Anche dentro un ufficio l’afa e il caldo rendono difficile operare al meglio. Nei giorni scorsi si era già parlato della possibilità della cassa integrazione per chi fa certi tipi di lavori e deve sopportare da 35 gradi in su.

In alcuni casi, infatti, può scattare la cassa integrazione. Un’altra soluzione da considerare potrebbe essere lo smart working. Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, infatti, durante le giornate di caldo torrido servirebbe un protocollo per i lavoratori.

La proposta dello smart working contro il caldo estremo

A Sky Tg 24 ha parlato proprio della possibilità di lavorare da casa come era accaduto durante il covid-19:

“Non solo cassa integrazione per le categorie più impattanti, ma anche smart working, allargare la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro”

Giorni fa era stata l’Inps a ricordare che con temperature sopra i 35 gradi è possibile ricorrere alla cassa integrazione, soprattutto per quei lavori che non possono essere svolti al riparo dal sole. Un’altra soluzione potrebbe essere lo smart working.

Fare dei parallelismi tra covid-19 e il caldo estremo, però, non è condivisibile, almeno per Francesco Vaia a capo della Prevenzione al ministero della Salute:

“Comprendo il presidente Bonomi quando si preoccupa di lavoratori di fabbriche e uffici. Però è un azzardo tirare in ballo la pandemia.”

Così ha detto, durante un’intervista al Corriere della Sera, specificando che l’ipotesi dello smart working per quei lavoratori fragili non è sbagliato. Però è anche importante chiedersi perché non restare in ufficio, visto che il datore di lavoro deve creare degli ambienti dove la salute sia tutelata.

Arrivano i bollini rossi per i lavoratori

Intanto, Inail e Cnr hanno messo a punto un progetto, ‘Worklimate 2.0’, in fase di attuazione e indicato per fornire previsioni e indicazioni sullo stress da calore legato alle attività lavorative. Si tratta di un sistema per lo screening dei rischi professionali legati alle temperature e all’attività svolta e che è legato alla possibilità di avere bollini rossi se c’è un’allerta specifica legata al caldo. La piattaforme indica delle mappe con le aree geografiche dove esistono più rischi provocati dal caldo. La scala va dal verde che significa nessun rischio, giallo che significa basso rischio, arancione che vuol dire rischio moderato e rosso, che indica un rischio alto.

Caldo africano senza tregua: Smart working e bollini rossi per i lavoratori

Il direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola, ha spiegato che si tratta di un progetto molto importante di prevenzione che informa sui rischi del caldo per i lavoratori.
Lo strumento offre anche una scala di rischio per la popolazione causata dal caldo elevato. E permette di evitare quelle ore critiche e pesanti basandosi su previsioni personalizzate su soggetti sani.

Riassumendo

  • Il caldo africano sta dando filo da torcere. Se già da giorni si parlava di cassa integrazione per alcuni tipi di lavoratori, ora c’è anche l’ipotesi smart working
  • Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, infatti, ha ipotizzato che durante le giornate di caldo torrido servirebbe un protocollo per i lavoratori. Un pò come era successo con il covid
  • Secondo Francesco Vaia non si possono fare paragoni con il covid. Anche se l’idea del lavoro agile per i fragili in situazioni di caldo estremo non è sbagliata
  • Inail e Cnr hanno messo a punto un progetto, ‘Worklimate 2.0’, indicato per fornire previsioni e indicazioni sullo stress da calore.