L’ondata di caldo che ha colpito l’Italia in questi giorni rende davvero difficile anche lavorare. Alcuni lavori, in particolare, non sono affatto facilmente gestibili con le temperature molto alte. Per questo motivo, torna in auge un messaggio dell’Inps del 2017 in cui si leggeva che in caso di temperature molto alte, che superano 35 gradi, è fattibile andare in cassa integrazione. Chiaramente non vale per tutti i lavori, ma solo per quelli che si svolgono in luoghi non protetti dal sole, o che comportino l’uso di materiali o svolgimento di lavorazioni che non reggono il troppo calore.

Quali lavori fanno parte della lista

E’ chiaro- quindi- che la regola non vale per chi lavora in ufficio o svolge altri tipi di lavori che non fanno parte della lista indicata. Quindi possono andare in cassa integrazione con le alte temperature i lavoratori legati all’edilizia civile e stradale, come cantieri e i siti industriali ma anche il comparto agricolo e della manutenzione del verde e comparto marittimo e balneare. Per fare un esempio possono farne parte “i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni”.

Come funziona

L’ammortizzatore sociale può scattare a partire dai 35 gradi ma anche meno in caso di temperatura percepita inferiore. Infatti, come si legge nell’avviso, il caldo estremo come motivo della richiesta della Cigo, fa parte della causale eventi meteo, valida anche in caso di forte gelo e quindi quando le temperature sono sotto lo 0. Per attivare la cassa integrazione, però, è fondamentale che il responsabile della sicurezza attivi la sospensione o la riduzione dell’attività di lavoro. Successivamente, sarà il datore di lavoro a prendere in carico la domanda, indicando anche quando l’attività lavorativa sarà sospesa o ridotta. Invece, non sarà obbligatorio provare il caldo eccezionale, visto che essendo informazioni che si possono facilmente trovare, sarà direttamente l’Inps a poterlo controllare.

Da sottolineare, infatti, che in una nota del 13 luglio 2023 dell’Ispettorato nazionale del lavoro, si ricorda che:

“l’esposizione eccessiva allo stress termico comporta l’aumento del rischio infortunistico atteso che la prestazione lavorativa si espone a situazioni particolari di vulnerabilità”

Per quanto riguarda gli orari del giorno, quelli più a rischio sono tra le 14 e le 17. Si considerano anche tra le variabili, le attività che richiedono sforzo fisico, l’ubicazione del luogo di lavoro, ma anche le caratteristiche fisiche del lavoratore.
Secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non si può morire di lavoro, negli ultimi giorni si sono già verificate due morti a causa delle alte temperature. Per questo Landini ha sottolineato di aver chiesto incontri urgenti per negoziare le modifiche:

“temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, fino ad arrivare quando necessario all’astensione dalle attività”.

Caldo africano, con 35 gradi ora puoi chiedere la cassa integrazione: lo dice l’Inps

A Pomigliano d’Arco, intanto, Stellatis ha mandato a casa gli operai del reparto Panda a causa delle alte temperature che non permettevano di lavorare normalmente. L’azienda aveva già predisposto un piano di emergenza che prevede anche la distribuzione di bottiglie di acqua, e sconti sull’acquisto ai distributori di bevande energetiche.

Riassumendo

  • Lavorare con il gran caldo è difficile per tutti ma alcuni lavori sono anche più a rischio
  • Con le temperature di 35 gradi alcuni lavoratori possono andare in cassa integrazione così come fa sapere l’Inps
  • Si tratta di quei lavori che sono impossibile da svolgere sotto il sole o che non sopportano le alte temperature
  • Secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non si può morire di lavoro.