Anche questa era nell’aria e alla fine è arrivata. Il 12 marzo l’Unione Europea ha approvato, attraverso il Parlamento, lo stop per le caldaie a gas. Ora si attende solo l’approvazione del Consiglio, ma immaginiamo sia pura formalità. In sintesi, si tratta di una decisione rivoluzionaria che nel giro di qualche anno dovrebbe cambiare completamente il nostro modo di riscaldare casa. Vediamo infatti quali sono le conseguenze di tale decisione denominata “direttiva case green”.

Un altro modo per scaldare casa

Sono 19 milioni le caldaie a gas presenti nel nostro Paese e oltre un terzo di esse (7 milioni) hanno superato i 15 anni di vita.

È naturale che l’UE voglia mettere il piede sull’acceleratore della sostenibilità e dopo aver inserito innumerevoli paletti per le vetture al fine di favorire le auto elettriche, dovevamo aspettarci senza dubbio interventi a gamba tesa anche sui metodi di riscaldamento che utilizziamo nelle nostre case. Stop quindi ai sistemi che utilizzano energia fossile e il metano rientra precisamente nell’identikit del nemico numero uno. Ma cosa dice in sintesi la direttiva? La prima conseguenza importante è che dal 2025 spariranno alcuni degli incentivi che riguardano l’istallazione di caldaie a gas, fino a scomparire completamente. Ed è ciò a cui sono destinate anche le stesse caldaie, visto che la loro installazione ne sarà vietata a partire dal 2040.

Per ridurre l’inquinamento quindi lo schema è chiaro, favorire l’acquisto e l’installazione di questi impianti, lasciare ai cittadini oltre un decennio di tempo per trovare soluzioni alternative, dopodiché vietarne assolutamente l’installazione. Va precisato che tale divieto si riferisce a chi vuole metterne una in casa nel 2040, ma chi per quella data ne avrà già una potrò continuare a utilizzarla. Come detto, però, per agevolare questa transizione si è pensato inizialmente di favorirne l’acquisto, ossia eliminandone gli incentivi. Attualmente esistono benefici fiscali del 50 e 65% per l’acquisto di caldaie a gas.

C’è però da dire che non è ancor ben chiaro quali saranno gli impianti che verranno fermati. Ad esempio, le caldaie a condensazione permettono un grande risparmio di gas rispetto a quelle a combustione a camera aperta, e quindi meno inquinamento, e potrebbe darsi che per loro quindi ci possa essere qualche agevolazione in più.

Caldaie a gas, lo stop dell’UE

Quali sono le alternative che bisogna prendere in considerazione? Con l’addio delle caldaie a gas, quali altri metodi gli italiani potranno utilizzare per riscaldare la propria casa? Le caldaie a pompe di calore e gli impianti ibridi sono l’alternativa migliore in questo senso. La prima è in grado appunto di sostituire la fonte tradizionale con le pompe di calore, le quali sfruttano, oltre all’elettricità, anche l’energia termica dell’aria esterna. Gli impianti ibridi comprendono sia gas con caldaia a condensazione, sia pompe di calore che sfruttano come visto elettricità e energia termica dell’aria. Ciò significa che entrambi i sistemi offrono un grande risparmio in termini di sostenibilità. Cosa aspettarci quindi per il prossimo anno? Ripetiamo che l’UE deve ufficializzare tale direttiva attraverso il Consiglio, passaggio che come dicevamo dovrebbe essere una pura formalità. Ciò detto, attualmente l’ecobonus è del 65% ed è riservato alle famiglie a basso reddito.

La riforma però potrebbe prevedere aliquote differenziate in base ai livelli iniziali, oltre che agli obiettivi di miglioramento energetico degli edifici. Ne consegue che, come già accennato poco sopra, si potrebbe prendere in considerazione una sorta di gerarchia del consumo delle caldaie a gas, eliminando quindi immediatamente tutti gli incentivi per quelle più tradizionali e lasciando ancora aperto qualche bonus per quelle a condensazione. Bonus che poi spariranno completamente a favore di quelle a pompe di calore e ibride.

Staremo a vedere.

I punti salienti…

  • L’UE dice stop alle caldaie a gas, dal 2025 via agli incentivi e dal 2040 non si potranno più commercializzare;
  • in Italia ci sono 19 milioni di caldaie a gas;
  • le alternative saranno caldaie a pompe di calore e impianti ibridi.