A partire dal 2025 potrebbe già scattare il divieto di installare caldaie a gas nelle abitazioni se le richieste di Legambiente e Kyoto Club verranno prese in considerazione. Il provvedimento, però, dovrebbe riguardare solo le nuove costruzioni e gli immobili in fase di ristrutturazione.

Quella dello stop, ricordiamo, è una decisione importante che ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni di gas serra e promuovere soluzioni più sostenibili.

Non c’è più tempo da perdere: anche gli scienziati premono affinché si faccia qualcosa per limitare i danni ambientali e le conseguenze del cambiamento climatico.

Ma come? Riducendo la dipendenza dai combustibili fossili a favore di fonti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico. E ancora, migliorando l’efficienza energetica in edifici, trasporti, industrie e altre aree. Inoltre, proteggendo e ripristinando le foreste nonché implementando pratiche agricole sostenibili per assorbire più carbonio dall’atmosfera.

Ci si avvia al graduale stop

Con il Piano REPowerEU emanato dalla Commissione Europea è previsto un graduale stop delle caldaie a gas a partire dal 2025 fino al divieto di vendita dal 2029.

Il motivo è che l’Unione Europea vorrebbe poter adottare solo energie rinnovabili che sono le più sostenibili.

Ad oggi le caldaie a gas sono tra gli apparecchi più utilizzati nelle case non solo per il riscaldamento ma anche per la produzione di acqua calda sanitaria. Quelle più moderne godono di dispositivi efficienti dal punto di vista energetico ma sono comunque dei generatori che per funzionare hanno bisogno del propano o del gas naturale ed è questo il grave problema. Non solo per la scarsa disponibilità per colpa del conflitto tra Russia e Ucraina ma anche perché entrambi i gas inquinano.

Ma se dal 2029 ci sarà lo stop delle caldaie a gas, quali saranno le alternative da prendere in considerazione? Ebbene, si fa sempre più il nome delle caldaie a biomassa che però hanno costi iniziali elevati.

Garantiscono però notevoli vantaggi a livello economico fino al 50% rispetto a quelle a gas.

Caldaie a gas: cosa succede dal 2025, parte la campagna di Legambiente “pezzi da museo”

Il piano RePowerEU prevede lo stop della vendita delle caldaie a gas dal 2029 anche se il termine si vorrebbe anticipare al 2025.

Legambiente e Kyoto Club chiedono intanto all’Unione di eliminare tutti i sussidi per le tecnologie a fonti fossili e di migliorare gli strumenti di monitoraggio. Inoltre chiedono di vietare l’installazione di tecnologie che impiegano delle fonti fossili “introducendo un Fondo dedicato alle famiglie a medio-basso reddito”.

Una soluzione potrebbero essere, spiegano i due movimenti, le pompe di calore elettriche che permetterebbero una riduzione di 1,6 miliardi smc (gas fossili) o il solare termico che permetterebbe una riduzione di 0,8 miliardi di smc.

Il nostro paese, aggiungono Legambiente e Kyoto Club, potrebbe prendere come esempio la Svezia che ha decarbonizzato del tutto il settore degli edifici grazie all’introduzione della Carbon Tax nel ’91. Anche la Francia potrebbe essere presa d’esempio in quanto ha approvato una legge che ha come fine quello di riqualificare 500 mila unità immobiliari l’anno fino al 2050. Inoltre di ristrutturare tutte le unità abitative in classe F e G entro il 2028.

Riassumendo…

1. Legambiente e Kyoto Club chiedono lo stop delle caldaie a gas già dal 2025
2. In realtà esse non potranno essere più vendute e di conseguenza installate da 2029 ma le due associazioni chiedono di anticipare tale termine
3. Un’alternativa a tale metodo di riscaldamento potrebbero essere le pompe a calore elettriche secondo le due associazioni.

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