Nella conta dei prodotti o materie che rischiano di scarseggiare seriamente quest’anno c’è anche il vetro. Ci mancava solo questa viene da dire. Basti pensare per quanti prodotti vengono impiegate le bottiglie di vetro per rendersi conto. Fino ai primi due mesi del 2022 si pensava che la fine del Covid potesse coincidere con un nuovo Rinascimento. L’attacco all’Ucraina da parte della Russia ha però spazzato via un’immagine ideale che stava prendendo largo in Italia e nel resto dell’Europa.

E se ad oggi abbiamo dovuto fare i conti – nell’ordine – con l’aumento dei prezzi del carburante, dei prodotti alimentari e delle bollette di luce e gas, nelle prossime settimane dovremo abituarci alla mancanza del vetro.

Stando alle prime stime, nel corso del prossimo autunno mancheranno fino a 200 mila tonnellate di bottiglie di vetro. E quale sarà uno dei settori più colpiti? Gioco-forza quello del vino, come denuncia Vittorio Cino, direttore generale di Federvini.

Per il vetro l’Italia dipende dall’Ucraina

Il numero uno della federazione italiana industriali produttori, produttori, esportatori e importatori di vini ha lanciato l’allarme negli ultimi giorni sull’emergenza del vetro che colpirà l’intero settore del vino. Dalle sue parole abbiamo scoperto come l’Italia dipenda dall’Ucraina anche per il vetro, oltre che per il gas dalla Russia (anche se su quest’ultimo punto a partire dal 2023 le cose andranno diversamente).

Ciò dipende soprattutto dal fatto che il Donbass è uno dei principali esportatori al mondo della soda, fondamentale per la produzione del vetro. Lo stesso Donbass che si trova al centro della guerra tra Russia e Ucraina, con il presidente della Federazione Russa che ha avviato la cosiddetta operazione speciale contro l’Ucraina proprio per conquistare il Donbass.

In autunno mancheranno fino a 200 mila tonnellate di bottiglie di vetro

Come se non bastasse, questa situazione sta danneggiando più il settore del vino italiano piuttosto che il mercato francese o spagnolo.

Con quest’ultimi che potrebbero approfittarsene in particolare in un periodo in cui ci si avvicina alle festività di fine anno. Il motivo è semplice: sia la Francia che la Spagna sono meno dipendenti dall’Ucraina, soprattutto perché dispongono di altre fonti di approvvigionamento per la realizzazione del vetro.

A soffrire di più sono soprattutto i produttori di vino più piccoli, dal momento che non hanno la fortuna di avere le spalle coperte da ricchi contratti come le aziende più grandi. Allo stesso modo, non hanno la possibilità di fare stock, o meglio ce l’hanno ma in misura minore rispetto ai grandi player del mercato. In ogni caso, il presidente di Federvini ci tiene a precisare che la situazione odierna sta colpendo in maniera trasversale tutti i produttori di vino. Indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Tra qualche mese, insomma, si rischia di rimanere a secco anche di bottiglie di vino. E magari non sarà l’unico prodotto che usa questo tipo di bottiglie ad essere colpito.