Blocco del traffico a Milano e Lombardia. Domenica 2 febbraio, la città meneghina chiuderà alla circolazione delle auto. Ad annunciarlo il sindaco Beppe Sala tramite Facebook:  “I valori del Pm10 hanno nuovamente sforato i livelli di guardia e le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni non lasciano sperare in una diminuzione delle concentrazioni di polveri nell’aria. Milanesi e turisti si preparino a trascorrere una giornata in città a piedi, in bici, sui mezzi pubblici ed elettrici“. Secondo la Coldiretti, a favorire lo smog è sicuramente un inverno mite con poco vento e piogge.

 

Comuni interessati dal blocco del traffico

Per adesso, per quanto riguarda il blocco del traffico di domenica 2 febbraio questo dovrebbe essere dalle 10 alle 18, mentre dal 28 gennaio non solo a Milano ma anche in alcune province della Lombardia è scattato il divieto antismog, attivo nei comuni con più di 30mila abitanti. Le province interessate dal provvedimento sono Milano, Monza, Pavia, Bergamo, Como, Varese, Lodi, Cremona e Mantova. I comuni milanesi interessati dal blocco sono Milano, Rozzano, Cernusco sul Naviglio,  Segrate, Sesto San Giovanni, Paderno Dugnano, Pioltello, Cologno Monzese, Bollate, Cinisello Balsamo, Corsico, Legnano, San Donato Milanese, Rho, San Giuliano Milanese, Abbiategrasso, Cormano. Nelle province lombarde, infatti, si sono registrati più di 5 giorni consecutivi di superamento delle polveri sottili oltre la soglia. Per quanto riguarda le limitazioni al traffico, invece, a non poter circolare sono i diesel Euro 4. Le limitazioni interessano anche i riscaldamenti in casa. E’ infatti obbligatorio ridurre di un grado  la temperatura, ma anche accendere fuochi all’aperto. 

Allarme smog anche a Torino e in Emilia Romagna 

Anche Torino, fino a giovedì 30 gennaio, ha bloccato la circolazione delle auto a causa del superamento dei limiti pm10. A segnalarlo l’Arpa. Per questo motivo è previsto un blocco delle auto diesel euro 4 che interesserà sia Torino che i comuni limitrofi.

L’emergenza riguarda anche alcune città dell’Emilia Romagna. Ad essere interessati sono 22 comuni della provincia di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena, Piacenza e Ferrara.

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