Probabilmente molti italiani si stanno accorgendo solo ora che Berlusconi è stato, nel bene e nel male, la figura storica più importante degli ultimi 60 anni del nostro paese. Un riscontro oggettivo arriva dalle tv e dalle radio italiane, le quali non smettono di citarlo. Secondo le analisi si parla dell’ex premier addirittura ogni 2 minuti e mezzo.

Più presente che mai

Quando i grandi personaggi della storia ci lasciano, l’intera comunità ne viene segnata. Una figura particolare come quella di Berlusconi non poteva certamene fare eccezione.

Il berlusconismo è stato un vero e proprio fenomeno culturale, per molti detrattori la grande causa del male di questa nazione. Per chi invece lo ha amato e sostenuto, un modello da imitare per uscire dalla crisi. Oggi, dopo la sua morte, si sta cercando di fare il punto della situazione su quel che Berlusconi ha fatto e ha rappresentato. Secondo i più critici, il suo lascito non riguarderà più di tanto la scena politica, visto che sostanzialmente le accuse più pesanti che gli si rivolgono sono quelle relative alle leggi ad personam. Ma è sulla rivoluzione culturale portata avanti dalle sue tv che i detrattori si scagliano maggiormente.

Berlusconi ha rappresentato un nuovo modello di vita che nella seconda metà degli anni 90 veniva chiamato miracolo italiano. Lo slogan era portato avanti proprio dal suo partito Forza Italia, ma secondo molti studiosi e storici tale modello era tutt’altro che miracoloso. Eminenti sociologi ci hanno spiegato che il berlusconismo è stato la causa negativa che ha fatto credere a un’intera generazione di italiani che lo studio e il talento non erano importanti, bastavano la forza di volontà e la simpatia per salire le scale del successo. I suoi programmi tv si sono in effetti fatti portavoce di questo modello, coadiuvati da un intrattenimento frivolo che ha finito per lobotomizzare gli spettatori davanti al tubo catodico.

Berlusconi, nel bene e nel male

Si può dire tutto il male possibile, ma alo stesso tempo si può ricordare i tanti italiani che hanno trovato lavoro con le sue aziende. Insomma, Berlusconi ha segnato un’epoca nel bene e nel male. Ed è naturale che se ne parli ancora nonostante sia passata ormai una settimana dalla sua morte. Ma quanto se ne parla precisamente? A fare un’analisi delle statistiche ci ha pensato Mediamonitor.it. Secondo tale studio il nome di Berlusconi è stato scritto e pronunciato 60.318 volte. 2.335 volte solo in radio e televisione, ovvero ogni 2 minuti e mezzo. L’analisi in questione copre un periodo di tempo che va dalle 9:30 di lunedì 12 giugno alle 9:30 di venerdì 16 giugno.

Si tratta di numeri impressionanti che ci danno la misura della fama del Cavaliere. Del resto, lo stesso Stato si è accodato al grande commiato rispolverando addirittura il lutto nazionale, cosa che non era mai accaduta prima per un ex premier che non è mai stato presidente della Repubblica. Con questa celebrazione, in pratica, anche lo Stato ha ammesso che la morte di Berlusconi è uno degli eventi più importanti degli ultimi anni e che la sua figura è stata determinante per la storia del nostro paese. E ancora una volta, non possiamo che aggiungere a questa sintesi, l’eterna frase “bel bene e nel male”.

In sintesi…

  • Berlusconi è stato nominato 60318 volte in tv e radio dopo la sua morte;
  • il lutto nazionale dà la cifra dell’importanza del personaggio storico;
  • italiani ancora divisi tra detrattori e sostenitori del Cavaliere.