Il nostro è un paese complicato, dove a ogni legge viene trovato l’inganno per aggirarla. Ma cosa succede se si guida un’auto intestata a un’altra persona? La legge lo consente, oppure si tratta di un illecito? Probabilmente sono in molti a porsi questa domanda, anche se sembra ormai prassi comune intestare la propria auto a un familiare. Facciamo chiarezza.

Guidare auto intestata a un’altro, è possibile?

Viviamo in tempi di crisi, dove spesso risulta difficile riuscire a far fronte, con il proprio stipendio, a tutte le spese mensili.

Affitti sempre più alti, tasse sempre più salate, per non parlare poi degli aumenti arrivati sulle utenze e anche sugli alimenti. L’inflazione e la crisi economica dopo la guerra in Ucraina stanno mettendo a dura prova le famiglie italiane, ma ci sono abitudini che prescindono da questi fattori. Quella di intestare la propria auto a un altro familiare per ottenere sostanziosi sconti di vario tipo è infatti un’usanza che gli italiani hanno da tempo, ben prima del periodo di difficoltà che stiamo vivendo in questi ultimi mesi.

Spesso, infatti, alcuni automobilisti decidono di acquistare un’auto servendosi della Legge Bersani per regolamentare la propria polizza assicurativa. Tale assicurazione prevede dei paletti che però puntualmente vengono aggirati. Ad esempio, quello di co-intestare l’auto insieme al papà, così da sfruttarne la sua classe di assicurazione. C’è però chi va anche oltre, intestando la macchina direttamente a un altro familiare, sempre al fine di ottenerne qualche agevolazione fiscale. Vediamo di capire se la legge lo consente entrando nel singolo caso specifico.

Cosa succede se guido un’auto intestata a un’altra persona?

Diciamo subito che è possibile mettersi alla guida di un’auto intestata a un’altra persona. Per intestazione dell’auto si intende che l’individuo ne è il proprietario, quindi la macchina risulta essere a nome suo.

Ciò non comporta alcuna difficoltà se l’auto in questione ci viene prestata dal proprietario per un breve periodo. Ma cosa succede se invece siamo noi ad acquistare l’auto e la intestiamo a un altro? In realtà, tale prassi non sarebbe consentita, in quanto per guidare una qualsiasi macchina basta avere la specifica patente. Ciò però si riferisce a guide momentanee, mente il discorso cambia radicalmente se è la nostra macchina, quella che usiamo abitualmente, a risultare di proprietà diversa dalla nostra.

Appare chiaro che quindi a livello legale i limiti sono di tipo temporale. Ciò significa che potremo guidare tale auto per un periodo breve di tempo. La legge infatti stabilisce che è possibile mettersi alla guida di tale auto per un massimo di 30 giorni continuativi. Superato tale limite sarà necessario provvedere ad aggiornare i dati della Carta di Circolazione presso il Pra. Se non si dovesse provvedere a fare tale modifica, la sanzione sarebbe di circa 700 euro, ma può arrivare anche a 3000 euro, nel caso l’intestatario non sia un soggetto non appartenente al proprio nucleo familiare.