Non è più un mistero ormai che il governo Meloni nel 2023 punti a una profonda riforma del fisco. In quest’ottica, si continua a parlare della rivisitazione delle regole sulla tassazione degli stipendi. L’obiettivo è di introdurre nuove deduzioni per diminuire il peso fiscale sulle buste paga e, di conseguenza, aumentare gli stipendi. Non stiamo parlando nel campo delle ipotesi, ma è quanto scritto nella bozza di testo della legge delega, il cui arrivo è previsto entro la fine di marzo. Nella bozza viene riportata la possibilità da parte dei dipendenti di dedurre i costi sostenuti per la produzione dello stesso lavoro.

In questo modo, dunque, i lavoratori dipendenti sarebbero sulla stessa linea dei lavoratori autonomi di oggi.

Aumento stipendi. Qual è la differenza tra deduzioni e detrazioni?

Sì, nell’introduzione abbiamo scritto deduzioni e non detrazioni. Non si tratta di un errore, come molti non addetti ai lavori potrebbero pensare. La deduzione fiscale è uno strumento che va a ridurre il reddito imponibile sulla base di specifici costi. Questo accade perché la spesa sostenuta dal lavoratore va a tagliare la base di reddito su cui occorre poi calcolare l’imposta dovuta. Va da sé è che il primo significativo vantaggio della deduzione fiscale è pagare meno tasse sull’importo lordo del proprio stipendio e ottenere un netto più alto.

Sia chiaro, le deduzioni non le scopriamo oggi, affatto. La deduzione fiscale più nota è quella relativa alle spese per la previdenza complementare, che possono essere dedotte entro il limite di 5.164,57 euro all’anno. Poniamo il caso ad esempio che un lavoratore dipendente abbia un reddito imponibile che ammonta a 20.000 euro lordi e che ogni anno versa 3.000 euro a un fondo pensione. In tal caso, le imposte dovute non ammontano a 20.000 euro ma a 17.000 euro, vale a dire l’importo annuo lordo meno i soldi versati ogni anno al fondo pensione complementare.

Di conseguenza, l’importo netto guadagnato in un anno sarà maggiore rispetto all’inizio.

Spese che possono concorrere alla deduzione fiscale

Ma quali sono le spese che eventualmente potranno essere dedotte? Alla luce della bozza del testo, è verosimile che il governo metta il semaforo verde alle spese legate al trasporto. Tra queste figurano ad esempio la spesa richiesta per l’abbonamento ai mezzi pubblici e quelle per la benzina. Altre spese che possono concorrere alla deduzione fiscale sono quelle sostenute per la partecipazione a corsi di formazione o aggiornamento, così come quelle per lo smart working. In quest’ultimo caso, i lavoratori dipendenti che lavorano da casa potrebbero richiedere la deduzione delle spese per la corrente elettrica.