Molte problematiche sono spesso collegate tra loro e quella degli asili nido non fa eccezione. Quando si parla di crisi demografica nel nostro paese c’è da mettere in conto le difficoltà economiche delle coppie, le quali saggiamente sono costrette a rinunciare visto il lavoro incerto e i costi sempre più alti per crescere un figlio. In questo discorso rientrano a pieno diritto anche le strutture per accogliere i più piccoli, ormai con costi troppo elevati.

Un problema da nord a sud

Quali sono i costi degli asili nido da nord a sud? La situazione generale sarà contraddistinta dai rincari autunnali, i quali porteranno a un aumento anche delle rate e delle quote comunali e private un po’ in tutte le città.

Per quanto riguarda il biennio 2023-2024, si stimano aumenti intorno al 10%. Tali aumenti sembrano legati principalmente ai costi di mensa e materiali scolastici, come la carta. Per tale motivo le analisi ci parlano di un chiaro calo delle iscrizioni negli asili nido e nelle scuole materne, in quanti a quanto pare tali strutture non sono più ormai alla portata di tutte le famiglie. Gli incrementi dei costi si sono acuiti nel 2020 a partire dalla pandemia, e la spesa media comunale per ogni bambino è arrivata a quasi 10.000 euro l’anno.

Tali aumenti sono stati più consistenti al nord (+ 1.695 euro), ma anche il sud non si è fatto pregare in merito agli aumenti (+1.257 euro). Ma addentriamoci di più nella questione degli asili nido nel nostro paese per snocciolare qualche numero. Per quanto riguarda le strutture presenti sul territori, al 31 dicembre 2019 erano 13.834 servizi per la prima infanzia. I posti complessivi erano 361.318, di cui il 50% all’interno di strutture pubbliche comunali. In generale si è quindi registrato un aumento dell’offerta rispetto alla domanda, dovuto in parte non solo ai rincari, ma anche alla diminuzione delle nascite.

Il problema della natalità nel nostro paese è infatti un argomento particolarmente sentito nel nostro paese e il Governo sta pensando a delle soluzioni, come il bonus secondo figlio per far crescere la natalità.

Asili nido, i prezzi nelle città

A dicembre scorso la giunta comunale di Milano ha aggiornato i costi d’iscrizione degli asili nido nella città meneghina. Si parla di un incremento medio dell’8,07% e la quota di iscrizione è passata da 52 a 56,20 euro. C’è poi da aggiungere la quota mensile che varia in base all’ISEE familiare. Una famiglia con un Isee di poco superiore ai 30.000 euro, si trova a pagare una retta mensile passata da 465 a 502,20 euro. I redditi sotto i 6500 euro invece non pagano nulla. La situazione migliora, ma non troppo, a Roma. Nella Capitale, la stessa famiglia con un reddito annuo di poco superiore a 30.000 euro paga 300 euro al mese. Per non pagare la retta, invece, a Roma si deve avere un reddito non superiore ai 5000 euro.

Decisamente meno traumatica la situazione a Bologna. Qui le famiglie residenti pagano rette da 40 euro al mese se si ha ISEE inferiore ai 10 mila euro. Per chi supera i 35 mila euro si paga invece 575 euro al mese. A Firenze si prende in considerazione non solo l’ISEE, ma anche alle ore che il bambino rimane in struttura. Ad ogni modo, le rette vanno dai 66 ai 500 euro al mese. A Torino i nidi comunali vano dai 55 euro ai 556 euro. A Napoli invece il nido con orario prolungato costa fino a 290 euro al mese per ISEE da 24 mila euro. Fino a 4000 euro di reddito invece è di 35 euro. E che dire invece degli asili nido privati? Secondo un’analisi il costo medio nelle maggiori città italiane, per chi lascia il bambino per 10 ore al giorno, è di 620 euro. Scende a 480 euro se invece ci rimane solo 5 ore.

Riassumendo…

  • Si registrano costanti aumenti per gli asili nido, la retta di quelli comunali è regolata dall’ISEE;
  • Milano risulta essere la più cara, ma anche Roma non scherza;
  • il costo medio nazionale per quelli privati va da 480 a 620 euro a seconda delle ore.