I rincari del gas e dell’energia si confermano come i temi del momento. E non solo all’interno delle abitazioni private. Capita sempre più spesso di sentire i proprietari dei negozi o di altre attività lamentarsi delle bollette alle stelle: “Sopravviviamo ma di questo passo qualcosa dovrà cambiare” dicono alcuni tra lo sconcerto e con una buona dose di amarezza. Gli aumenti insostenibili hanno colpito proprio tutti in maniera quasi democratica: la famiglia media che si ritrova a dover sborsare centinaia di euro per due mesi di luce, il negozio sotto casa, il panettiere, il parrucchiere e il bar.

Nessuno escluso.

Poi ci sono anche i Comuni. Ebbene si, anche le amministrazioni comunali si sono trovate in difficoltà e ora sono costrette a trovare delle soluzioni alternative. Persino a tagliare alcuni servizi. Insomma, l’autunno in arrivo andrà a braccetto con la parola taglio dei consumi.

Allarme rincari energia e gas, i Comuni divisi tra bonus e taglio di alcuni servizi

Anci e Upi hanno avvertito che sono necessarie misure per i Comuni e le Province senza i quali i bilanci sono destinati a saltare e i sindaci saranno costretti a tagliare i servizi pubblici. E c’è già chi lo sta facendo. A Castelmassa, in Veneto, il sindaco ha deciso di chiudere la piscina comunale, una mossa simile seguita anche dal Comune di Pontassieve, Firenze. Nella provincia di Belluno, una nuova ordinanza spiega che i lampioni saranno spenti dalle 2,30 all’alba e due gallerie saranno lasciate al buio. A Torrebelvicino (Vi), si è deciso di spegnere le luci a mezzanotte. Ad Ancona si è optato per lo spegnimento un’ora e venti prima dell’alba. E questi sono solo alcuni esempi.

Altri comuni hanno pensato a dei bonus energia o a cambiare il tipo di illuminazione. Come accaduto ad Abano Terme dove sono stati sostituiti i lampioni a led.

Il comune di Pontinvrea, in Liguria, ha deciso di offrire ai cittadini dei bonus fornitura per i bancali di pellet. Anche il Comune di Brescia ha rilasciato un bonus di 200 euro per le famiglie con Isee fino a 18mila euro, una mossa seguita anche da Seregno e Osimo.

Cosa fanno negozi e bar contro i rincari

E se i comuni contro l’allarme rincari sono obbligati a tagliare qualche servizio o, al contrario, ad offrire bonus ai cittadini, i negozi, i bar e i ristoranti devono trovare delle valide alternative per andare avanti. Qualcuno pensa all’orario ridotto, altri a tagliare l’uso dell’illuminazione e dell’aria condizionata per non dover chiudere del tutto. Alcune attività, per evitare il baratro, stanno anche pensando di sostituire le luci con led a basso consumo e usare una barriera d’aria all’ingresso. Anche nei centri commerciali l’idea di spegnere le luci alle 20 invece che alle 22 dovrebbe far risparmiare moltissimo. Con il caro gas ed energia, forse per la prima volta, consumatori e cittadini, amministrazioni comunali e attività commerciali stanno vivendo lo stesso dramma. Un dramma che per adesso non sembra trovare una via d’uscita decisa.