Giornalmente o quasi si parla dei richiami alimentari che riguardano molti prodotti che portiamo ogni giorno sulla nostra tavola. Il ministero della Salute, non di rado, richiama alcuni lotti di vari alimenti per la presenza di salmonella, listeria o altre sostanze potenzialmente pericolose. Ma anche l’acrilammide è una sostanza che è presente nei cibi che mangiamo e molto spesso neanche lo sappiamo. Consumarla in grandi quantità può essere molto pericoloso, in quanto potrebbe anche essere genotossica e cancerogena. Per questo la Ue dovrebbe decidere entro breve i limiti entro i quali questa sostanza non è pericolosa per la salute delle persone.

Allarme acrilammide nel cibo: dove si trova

Come anticipato questa sostanza è presente in molti prodotti come panini, biscotti, fette biscottate, snack ai cereali, caffè e frutta secca solo per fare qualche nome. Si tratta di una sostanza chimica che si forma nei prodotti alimentari amidacei durante la cottura ad alte temperature. Ad esempio quando si frigge, durante la cottura al forno, in griglia o nelle cotture industriali. La conseguenza è la reazione di Maillard, in grado di rendere i cibi più croccanti e saporiti. Alcuni studi recenti hanno iniziato a porre maggiore attenzione all’acrilamide. Soprattutto da quando la Commissione europea ha invitato a rivedere il Regolamento sulla presenza della sostanza negli alimenti.

Presto la decisione Ue sui limiti

Secondo gli scienziati della Swedish National Food Administration, l’acrilamide ad altre dosi aumenta il rischio di tumori e problemi neurologici. Secondo Tommaso Filippini, ricercatore del Dipartimento di Scienze biomediche, metaboliche e neuroscienze all’Università di Modena e Reggio Emilia, mentre gli effetti di questa sostanza sono evidenti sulla salute degli animali, non lo è altrettanto per quella degli uomini, anche se si è notata una:

“associazione positiva tra l’elevata assunzione di acrilammide e un aumento del rischio di tumori ovarici ed endometriali, specialmente per le donne non fumatrici”

L’Efsa aveva già avvisato nel 2015 che l’esposizione all’acrilammide doveva esser molto limitata.

Poteva rappresentare un problema di sanità pubblica, anche se non era possibile definire la dose giornaliera massima sicura che avrebbe evitato problemi futuri.

In ogni caso, la Commissione Europea ha invitato a ridurre l’acrilamide e in futuro dovrebbero essere stabiliti i livelli massimi di acrilammide per alcuni cibi che andranno sicuramente al ribasso. Insomma, sarà la stabilita la dose in cui è innocua. In attesa della decisione Ue, intanto, gli esperti invitano a seguire alcune regole come far lievitare gli impasti per più di 2 ore, dare precedenza a cotture meno calde e più lunghe.