Il problema degli affitti sempre più cari nelle grandi città è un dilemma che presto potrebbe trovare una soluzione. Infatti, il governo ha comunicato l’intenzione di presentare una proposta di legge sugli affitti brevi. Lo ha fatto sapere la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo all’assemblea di Federalberghi. Gli studenti universitari, intanto, protestano e dai racconti raccolti emergono dettagli sempre più raccapriccianti. Dopo Milano e Roma, anche a Napoli stanno protestando gli studenti contro il caro affitti e la “turistificazione della città” con la sottrazione di case dal mercato immobiliare, per trasformarle in B&B e case vacanze.

Caro affitti e la “turistificazione della città”, in alcune città situazione paradossale

La conseguenza non è solo una carenza di case in affitto per gli studenti, ma anche prezzi alle stelle. A Fanpage, alcuni studenti accampati davanti all’università Federico II di Napoli, hanno raccontato che una stanza costa mediamente 300 euro. A cui aggiungere le bollette che sono diventate ingenti. Le case in affitto sono poche, molte vengono convertite in B&B e per questo i prezzi schizzano alle stelle per gli studenti a caccia di un alloggio.

Secondo, Virginia Mancarella, coordinatrice di Link Coordinamento universitario, come riporta Il Corriere, il costo di una stanza singola può superare 600 euro al mese. Sono anche 50mila, invece, le case disponibili per affitti brevi nelle piattaforme come AirBnB. E’ proprio questo il problema: molti proprietari preferiscono affittare ai turisti, così c’è una carenza di numero e una richiesta maggiore da parte degli studenti fuori sede. Insomma, oltre all’inflazione, un peso non indifferente lo avrebbe il famoso «effetto Airbnb» e il diffondersi dell’affitto breve.

I proprietari guadagnano di più

Secondo alvuni dati di Nomisma, per un proprietario di una casa in una città d’arte, basterebbero 120 giorni di affitto breve ai turisti per guadagnare quanto guadagnerebbe in un anno affittando la casa a una famiglia.

In sostanza, la resa di Airbnb o di altre piattaforme è maggiore rispetto a un contratto 4 più 4.
Ecco perché entro i primi di giugno, potrebbe arrivare una proposta di legge sugli affitti brevi. Almeno per contrastare il fenomeno dell’abusivismo e dell’irregolarità del settore turistico. Secondo Santanché, però, è importante tenere conto della specificità dell’accoglienza italiana. Quindi nel caso dei 5.600 borghi dove le strutture sono poche, è importante mettere a disposizione delle case per i turisti. Nelle grandi città, invece, l’affitto dei privati è diventato un problema serio:

“Quindi serve un codice identificativo, perché dobbiamo sapere chi sono, e una piattaforma nazionale dove registrarsi”.

Affitti brevi, proteste degli studenti e l’effetto AirBnB: arriva la proposta di legge

Del problemi degli affitti, ha parlato anche il sindaco Beppe Sala, secondo cui si sta lavorando per sostenere chi vuole realizzare nuovi studentati ma anche alla richiesta al governo di “una legge sugli Airbnb che restituisca alla città affitti stabili”, senza dimenticare l’incontro con la parti sociali per un canone concordato relativo alle stanze singole.

La situazione del caro affitti e dell’impossibilità di trovare case per via degli affitti brevi, potrebbe trovare una soluzione dai primi di giugno. Mese che coincide con la presentazione di una proposta al governo per regolamentare gli affitti brevi. In molte città italiane universitarie, infatti, molti proprietari di case preferiscono affittare sui portali turistici le abitazioni per guadagnarci di più. La conseguenza più temibile è il fatto che gli studenti devono sborsare molti soldi per vivere in una stanza in affitto a causa della richiesta più alta dell’offerta.