Il problema del caro affitti è esploso da Nord a Sud, con gli studenti universitari che per protesta si stanno accampando in tenda davanti ai loro istituti. La prima città della protesta è stata Milano, dove la studentessa Ilaria Lamera si è rifugiata dentro una tenda davanti al Politecnico per denunciare la vita impossibile degli studenti fuori sede nelle grandi città universitarie. Dopo Milano è stato il turno poi di Roma, Venezia, Torino, Bologna, Firenze, Padova, Pavia, Perugia e Bari. Restando nel capoluogo meneghino, il Comune ha chiesto al governo di limitare la concessione di affitti brevi a turisti.

Un provvedimento che però potrebbe non risolvere il problema.

Caro affitti, Milano vuole imitare Venezia

L’idea della giunta comunale di Milano è chiara. Limitare gli affitti brevi ai turisti come a Venezia, che come ricordato dall’assessore alla Casa del Comune Pierfrancesco Maran “è l’unica città in Italia che per legge può fare una normativa sugli affitti turistici”. L’assessore punta il dito contro il numero di case destinato ai turisti, qualcosa come 15.000 abitazioni. In questo modo, nell’ordine delle idee del Comune, si recupererebbe una parte dell’attuale patrimonio immobiliare a favore di lavoratori, famiglie e degli stessi studenti universitari.

La misura non servirebbe a molto

La richiesta della Giunta potrebbero però non risolvere il problema, o almeno questa è l’idea che si sta facendo largo in questi ultimi giorni. Da un lato è una questione di numeri. A Milano le unità abitative sono circa 800.000, ma solo il 20% è in locazione con contratto, percentuale che corrisponde a circa 160 mila case. I dati fanno riferimento al 2020, quindi è ragionevole pensare che l’offerta sia aumentata. Il Comune poi sembra non tenere conto di un aspetto importante: la cosiddetta “legge Venezia” va a tutela solo di chi affitta un singolo immobilee. Andando invece a penalizzare le aziende che affittano un gran numero di abitazioni.

Va da sé dunque che non è così semplice pensare che limitando gli affitti brevi ai turisti gli studenti, le famiglie e i lavoratori possano trovare un nuovo alloggio con più semplicità.

Le prime mosse del governo

Intanto il governo ha sbloccato i 660 milioni che inizialmente erano previsti per gli alloggi universitari dal 2022. Nella nota di Palazzo Chigi si legge che i soldi servono “all’acquisizione della disposizione di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti”. In un’intervista a Radio 24, la ministra dell’Università e della ricerca ha confermato che il governo in questi primi mesi ha stanziato circa 400 milioni sugli alloggi per gli studenti e ulteriori 500 milioni di euro per le borse di studi, per un valore complessivo di quasi 1 miliardo di euro. In seguito l’obiettivo dell’esecutivo Meloni è di mettere mano ai fondi del Pnrr.

Caro affitti a Milano: limitare gli affitti ai turisti non è la soluzione al problema

In Italia c’è un problema caro affitti, inutile fare finta di nulla, anche di fronte alla protesta avviata dagli studenti universitari da Nord a Sud. A questo si va poi ad aggiungere anche una difficoltà cronica da parte delle politica di trovare soluzioni efficaci e rapide per aiutare i più giovani. Il Comune di Milano vuole limitare gli affitti brevi ai turisti come a Venezia. Come abbiamo visto non può essere questa la soluzione ai problemi. Altre idee più efficaci possono invece essere l’incremento della disponibilità di immobili in affitto a canone calmierato, ad esempio, e alzare la soglia delle detrazioni fiscali per l’affitto.