Inizia a prendere forma la stretta sugli affitti brevi per contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha consegnato il nuovo testo della proposta normativa sugli affitti brevi.

Di fatto, si conferma l’obbligo del Codice identificativo nazionale per ogni immobile. Cosa ancora più importante cambia la durata del pernottamento che non può più essere inferiore a due notti nelle aree del centro storico di particolare pregio ambientale, così come quelle circostanti che hanno lo stesso valore.

Cosa cambia

Di recente, anche New York ha dichiarato guerra ad Airbnb, vietando, di fatto, di poter affittare un intero appartamento per meno di 30 giorni. Per quanto riguarda l’Italia, le nuove regole arrivano dopo le proteste del settore alberghiero, che avevano denunciato una concorrenza sleale per quanto riguarda gli affitti brevi e il supporto di alcune piattaforme online, come Airbnb e Booking.com. Di fatto, con le nuove norme, chi deve soggiornare solo una notte dovrà ricorrere alle strutture ricettive tradizionali come gli hotel o B&B.

Tra le altre novità, il fatto che il scende a due (prima erano quattro) il limite di appartamenti che un proprietario può destinare alla locazione breve. Ossia un periodo tra 1 e 30 giorni. In più le case dovranno essere dotate di dispositivi per la rilevazione del monossido di carbonio. Ma anche rispettare i requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli impianti proprio come gli hotel.

Chi affitterà una casa per una sola notte rischia una multa

Viene confermato anche il Cin, un codice identificativo nazionale, che ha lo scopo di contrastare forme irregolari di ospitalità- come ha fatto sapere il ministro del Turismo. Questo codice potrà essere assegnato direttamente dalle regioni, i comuni dovranno controllare che sia segnalato. Lo scopo del governo, è quello creare una banca dati nazionale.
Capitolo molto importante è quello delle sanzioni.

Chi affitterà una casa per una sola notte rischia una multa fino a 5 mila euro. Invece, chi concede in locazione un immobile a uso abitativo per finalità turistiche senza il Cin rischia una multa fino a 8mila euro.
L’accordo, però, non sembra accontentare tutti. Secondo Marco Celani, presidente di Aigab (Associazione italiana gestori affitti brevi):

“Siamo di fronte a un testo peggiorativo rispetto alla prima bozza del ddl locazioni turistiche messa a punto dal ministero del Turismo. Di fatto, sono state accolte richieste del mondo alberghiero volte a introdurre limitazioni, restrizioni incomprensibili e a rendere più complicata la vita del proprietario”.

Affitti brevi, minimo due notti di soggiorno con codice identificativo: chi rischia una multa di 5 mila euro

Come abbiamo visto, il problema degli affitti brevi non è solo italiano ma internazionale. Di recente, a New York, è arrivata la stretta sugli affitti brevi per Airbnb, con la nuova ‘local law 18’, una legge che vieta ai proprietari di affittare una casa per meno di 30 giorni tranne nel caso in cui il proprietario non sia effettivamente presente.
Con il nuovo decreto, insomma, i turisti che vorranno passare una notte in una città d’arte alloggiando nel centro storico, dovranno per forza prenotare in un albergo o altre strutture ricettive. In pratica chi vuole visitare una città come Roma, Venezia, Firenze, Torino, Napoli Verona e via dicendo, se vorrà alloggiare in una casa dovrà prenotare o per almeno due notti o trovare alloggio fuori città, in una zona non di pregio artistico.

Riassumendo

  • Arrivano nuove regole per gli affitti brevi
  • D’ora in avanti bisognerà avere un codice identificativo nazionale
  • In più non si potrà prenotare una sola note in una casa nei centri storici delle città d’arte
  • Chi trasgredisce rischia una multa da 5mila a 8mila euro.