Il governo sembra aver avviato il pugno duro in merito agli affitti brevi per case vacanze e B&B, una delle attività che sono cresciute di più per quanto riguarda il settore turistico. Negli ultimi anni, complice anche la crisi economica e la pandemia, chi viaggia o si sposta anche per pochi giorni, spesso decide di soggiornare nelle case vacanze dove spende meno. Durante la pandemia, la ricerca di alloggi simili era più dovuta alla necessità di evitare luoghi affollati con altre persone come gli hotel, appunto.

Poi alloggiare nelle case per poche notti è diventato un vero e proprio trend.

Affitti brevi, aumenta cedolare secca per case vacanze e B&B: cosa può cambiare

Nella manovra, però, c’è anche una modifica che riguarda la cedolare secca, che si intitola “Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”. Al suo interno c’è una norma che dovrebbe far crescere di alcuni punti la cedolare secca per gli affitti brevi. Anche se non ci sono ancora certezze in merito a quanto aumenterà, è possibile che si passerà dal 21% al 26% come riporta Repubblica. In questo momento la cedolare secca è al 21%. Quindi è chiaro che con la Manovra 2024, se si passerà al 26%, si parlerà di un aumento di 5 punti percentuali. Ma chi riguarda? Si parla di bed and breakfast e le case vacanza, insomma quelle strutture che vengono affittate per brevi periodi.

La modifica alla cedolare secca avrà delle conseguenze non indifferenti per i proprietari degli immobili. Soprattutto quelli che affittano per pochi giorni appartamenti nelle città d’arte o nelle località balneari italiane. Di recente, avevamo parlato proprio della polemica che sta andando avanti da tempo, in merito alla diatriba tra i proprietari di abitazioni che affittano a breve termine e gli alberghi.

Questi ultimi accusano i proprietari delle case vacanza di fare concorrenza sleale e di pagare meno tasse. Sulle locazioni era anche arrivato un testo della Santanchè che prevedeva anche di vincolare il beneficio della cedolare secca e di affittare l’appartamento almeno due giorni. Questo per limitare la concorrenza sleale con imprese e albergatori ed evitare lo spopolamento di molti quartieri centrali, che ormai sono pieni di case vacanza.

Pernottamento minimo di due notti per gli affitti brevi

La nuova norma, però, ora aumenterà anche la cedolare secca per tutto il comparto non alberghiero. Bisogna considerare, infatti, che il mercato delle locazioni brevi, per cui si intende un tempo di soggiorno da 1 a 30 giorni, non è ancora considerato attività di impresa e il regime fiscale non è lo stesso del settore ricettivo. Il contribuente, quindi, può optare per la tassazione ordinaria con applicazione delle aliquote Irpef.

Quello che sembra certo, è che il governo Meloni sembra davvero intenzionato a mettere in atto una stretta in merito al mercato degli affitti brevi. Oltre all’introduzione del Cin, Codice identificativo nazionale, per ogni immobile che si vuole destinare al turismo, e che ha lo scopo di assicurare la tutela della concorrenza, viene anche fissato il pernottamento minimo di due notti per gli affitti brevi nelle città d’arte e nei comuni molto turistici. Insomma, chi vorrà soggiornare solo una notte dovrà pernottare in hotel. L’unica deroga riguarda le famiglie con almeno tre figli.

Riassumendo

  • Nella manovra, c’è una modifica che riguarda la cedolare secca. Si intitola “Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”
  • E’ possibile che si passerà dal 21% al 26%.
  • La modifica alla cedolare secca avrà delle conseguenze non indifferenti per i proprietari degli immobili