Hanno proliferato per tanto tempo, ma forse ora dovranno affrontare la prima vera crisi. Stiamo parlando degli abbonamenti streaming. Secondo i dati sono in netto calo in Italia e le piattaforme ora si ritrovano con cataloghi enormi che in pochi guarderanno.

Cinema, serie tv e sport, chi le guarda?

Prima si diceva che non c’era tempo per guardare tutti i contenuti presenti sulle varie piattaforme streaming. Oggi invece la risposta è che non ci sono più i soldi. Gli italiani si stanno trovando davanti a continui rincari, crisi economica, inflazione che continuerà per anni, e in tutto questo viene a mancare anche la voglia di dedicare ore e ore alla visione di una nuova serie tv.

Insomma, è arrivato il momento di stringere un po’ la cinghia. In questo senso, i numeri parlano chiaro. Infatti, i dati AGCOM fotografano un calo degli abbonati di ben 870 mila unità. C’e chi vede la cosa come il segnale di una crisi profonda, quasi un fallimento drastico e senza appello da parte del settore. Probabilmente però le cose non sono così tragiche.

Quello delle piattaforme streaming è un settore ormai consolidato e, in attesa di una eventuale nuova rivoluzione, questi numeri vanno letti come un calo fisiologico. In pratica, dopo il boom era inevitabile la flessione. Il picco raggiunto in pandemia doveva inevitabilmente finire al termine dell’emergenza. Ora che il settore è maturo, ecco che i numeri si fanno ancora più veritieri e affidabili. Come detto, l’analisi ci viene offerta da AGCOM, il quale fotografa i seguenti numeri: a marzo 2023, 15 milioni e 275 mila utenti si sono collegati a una o più piattaforme, con un calo di ben 870 mila utenti rispetto a marzo 2022. Sono numeri inconfutabili che ci danno la misura del fenomeno.

Abbonamenti streaming in calo

Oltre agli abbonamenti, calano anche le ore che passiamo davanti allo schermo per vedere contenuti audiovisivi a pagamento.

-12,8% in totale, con Netflix che perde 9 milioni di ore e Amazon Prime Video 8 milioni di ore (con un vero crollo, pari a -40,8%). In questo caso possiamo però dire che c’è anche un esubero di piattaforme, probabilmente. Oltre alle due citate, infatti, dobbiamo ricordare anche il successo di altre piattaforme come Disney+ e DAZN. Anche in questo caso però si parla di calo delle ore, da 8 a 5 milioni per la prima e da 3 a 2,5 milioni per la seconda. In controtendenza invece Sky Now, che invece registra un sostanzioso +8,6%.

Il successo di Disney+ è dovuto soprattutto ai suoi contenuti Marvel, ma ora che la spinta delle serie si sta esaurendo (con titoli sempre più deludenti), è inevitabile il calo. Per DAZN invece il discorso è più complesso, visto che riguarda lo sport, e sicuramente a campionato iniziato registrerà nuove impennate. C’è però da considerare che anche le piattaforme gratuite stanno perdendo Visual. Mediaset, Sky TG24 e RaiPlay  in totale sono state utilizzate da 648 mila utenti in meno a marzo 2023 rispetto a marzo 2022. ad ogni modo, per quanto riguarda gli abbonamenti streaming, non tutti le piattaforme stanno perdendo colpi e forse questo elenco che stiamo per proporvi rende ancora più chiara la situazione. Troppe piattaforme, di conseguenza le persone sono costrette a disdire un abbonamento per attivarne un altro:

  • Netflix: -3,6%
  • Prime Video: -10%
  • DAZN: -10,2%
  • Disney+: +5,8%
  • Sky-Now: +15,3%

La battaglia tra piattaforme è tutt’altro che conclusa e senza dubbio Netflix, nonostante l’arrivo di nuovi competitor, proverà senza dubbio a risalire la china.

I punti chiave…

  • alcune piattaforme streaming stanno registrando un calo degli abbonati;
  • secondo gli esperti, in Italia c’è il problema economico, ma probabilmente è anche la concorrenza che sta spingendo alcuni utenti a disdire un abbonamento per attivarne un altro;
  • Netflix e Prime Video sono in calo, mentre cresce Disney+ e soprattutto Sky Now.