Le regole delle dichiarazioni dei redditi in Italia sono abbastanza severe e ci sono casi in cui scaricare dal reddito degli oneri detraibili è impossibile. Uno dei casi più particolari è quello dei familiari a carico e delle spese intestate a loro. E in alcuni casi, anche per poche decine di euro, possono andare perdute per sempre. Nelle dichiarazioni dei redditi, sia con il modello 730 che con il modello Redditi PF, il dichiarante è colui che è formalmente il titolare della dichiarazione. La dichiarazione può essere singola o congiunta, nel caso in cui anche il coniuge debba presentare la dichiarazione.
Attenzione però: proprio in questo contesto si verifica una delle situazioni più diffuse di spese detraibili e rimborsi fiscali perduti.
“Buongiorno, oggi il mio CAF mi ha confermato che oltre 2.000 euro di spese sanitarie per interventi odontoiatrici di mia moglie sono andati persi e non potremo recuperare nulla. Secondo il mio CAF, mia moglie non ha capienza fiscale e io, che invece ne ho, non posso scaricare nulla perché le spese le ha sostenute mia moglie, che non è a mio carico. Ma allora a che serve la dichiarazione congiunta?”
Modello 730 e detrazioni: ecco quando le spese della moglie non si possono scaricare
Dichiarazione congiunta non significa che i redditi di marito e moglie si fondono, né che anche le spese si fondono. La dichiarazione congiunta può essere utilizzata dalle coppie, siano esse coniugate o unite civilmente, che decidono così di presentare un unico modello 730 e scegliere il sostituto d’imposta che deve effettuare i conguagli, dell’uno o dell’altro.
Naturalmente, si tratta di un’opzione riservata a chi possiede i requisiti per presentare il modello 730.
Oltre a semplificare la procedura, la dichiarazione congiunta serve anche per compensare i due risultati della dichiarazione. Per esempio, quando uno dei due ha un credito fiscale e l’altro un debito, le due situazioni si compensano. E se rimane un credito a favore del dichiarante, il rimborso arriverà dal datore di lavoro di quest’ultimo. Nel caso opposto, le trattenute avverranno sempre con lo stesso meccanismo e dallo stesso datore di lavoro.
Attenzione però: come dimostra il caso del nostro lettore, anche se si uniscono le dichiarazioni dei coniugi, sia i redditi che gli oneri seguono le regole generali. E rimangono collegati al diretto interessato. In altre parole, i redditi non si sommano, e le spese non possono essere spostate dal dichiarante al coniuge o viceversa.
I familiari a carico e quelli non a carico nella dichiarazione dei redditi congiunta
Salvo il caso in cui il coniuge sia a carico del dichiarante, solo chi ha sostenuto la spesa può scaricarla. In sintesi, solo il coniuge con un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro può consentire all’altro di portare in detrazione le spese sanitarie, assicurative, di ristrutturazione e simili, anche se le ha sostenute lui direttamente.
Nel caso di un coniuge sotto i 24 anni, il limite per essere considerato a carico non sale a 4.000 euro. Perché in genere questo limite vale solo per i figli al di sotto dei 24 anni che con reddito fino a 4.000 euro sono ancora a carico del genitore.
Il nostro lettore, nel quesito, rientra evidentemente nella casistica particolare di un coniuge che, non essendo a carico, scarica singolarmente e a proprio nome gli oneri detraibili. Non avendo capienza fiscale, non può recuperare nulla.
E questo non incide minimamente sull’esito della dichiarazione congiunta, perché, di fatto, le due dichiarazioni restano distinte e separate. E si uniscono solo dopo aver calcolato i rispettivi risultati.
Esempi pratici di situazioni particolari nel modello 730 tra dichiarazione congiunta e oneri detraibili
Facciamo un esempio pratico. Una dichiarazione congiunta in cui il marito ha 20.000 euro di reddito e la moglie 2.000 euro di reddito, consente al primo di scaricare anche le spese sanitarie da 2.000 euro sostenute dalla moglie. In questo caso, infatti, la moglie è considerata a carico del marito e le spese da lei sostenute rientrano nel conguaglio fiscale del coniuge.
Il marito, dunque, avrebbe diritto a un rimborso IRPEF di 380 euro (il 19% di 2.000 euro).
Se invece la moglie avesse, ad esempio, 10.000 euro di reddito, le spese sanitarie andrebbero scaricate da lei e soltanto da lei. In questo caso, anche se non ha capienza fiscale e non riesce a recuperare nulla, il marito, pur essendo il dichiarante nel modello 730, non può assorbire quelle spese. Il rimborso da 380 euro non esiste in questa situazione.
