Da quando la Gran Bretagna ha portato avanti con successo l’esperimento relativo alla settimana corta di lavoro, anche in Italia l’argomento è diventato di stretta attualità. Dopo la decisione di Intesa San Paolo di aprire alla settimana corta di lavoro per i dipendenti delle filiali, anche la Cisl si era detta favorevole e aveva lanciato l’idea che molte aziende italiane potessero considerare questa modalità di lavoro. Ma non esiste solo la settimana corta fatta di 4 giorni di lavoro invece che 5.

Alcune aziende estere hanno pensato a dei modelli alternativi che prevedono ugualmente lo stesso stipendio lavorando meno giorni a settimana mantenendo lo stesso livello di produttività.

Settimana corta con 9 giorni di lavoro e 5 liberi allo stesso stipendio, i modelli alternativi

Ed è proprio qui che si gioca tutto. Infatti, durante l’esperimento inglese, le aziende che hanno partecipato, hanno notato che nonostante i dipendenti lavorassero un giorno in meno, la produttività non era calata. Allo stesso tempo, i dipendenti sono più felici perché hanno un giorno libero in più a settimana. Quindi il benessere psico fisico ha sicuramente un ruolo importante per aumentare la produttività dei lavoratori. Lavorare meno tempo, infatti, riduce stress e burnout. Accanto alle realtà che hanno ben accolto le conseguenze della settimana corta di lavoro, ci sono anche quelle che non sono del tutto convinte. Perché pensano che in questo modo i dipendenti devono farsi carico più di cose da fare nei giorni operativi.

Così, alcune aziende, hanno avviato un modello bisettimanale che prevede 9 giorni di lavoro e 5 liberi, alternando una settimana normale e una corta. In pratica, si lavora una settimana per 5 giorni standard e una corta, che vuol dire 4 giorni di lavoro che su 14 giorni diventano 9 giorni di lavoro e 5 liberi. Ogni 24 giorni i dipendenti avrebbero un giorno libero in più. Per portare avanti questo modello è necessario che i dipendenti lavorino di più negli altri giorni.

Pro e contro

Ovviamente i pro e i contro dipendono anche dal tipo di azienda ma in linea di massima, il modello bisettimanale potrebbe rappresentare una sorta di passaggio alla settimana corta standard. I vantaggi del modello settimanale fanno capo agli stessi registrati dalla settimana corta. I dipendenti sono più riposati, più soddisfatti, sentono le condizioni di vita migliorate e quindi producono di più. Due aziende, Otta e la società di software Charlie HR, la stanno provando e sembra che i risultati siano ottimi anche dal punto di vista della produttività.

Un’altra azienda, invece, Stand, ha rilevato alcuni svantaggi legati al tipo di mansioni. Per questo ha pensato ad un altro modello di 4 giorni e mezzo. Ossia il venerdì si lavora solo mezza giornata tranne una persona che deve continuare a monitorare e-mail e contatti. Insomma, i modelli di lavoro flessibili hanno sicuramente molti vantaggi. Per alcune aziende, però, non è possibile adottare i modelli standard e vien da sé che bisogna trovare delle alternative.