Non si parla d’altro che di stipendi non adeguati al costo della vita attuale. Il reddito medio delle fasce più giovani, riportato dall’Osservatorio Inps, ne è in particolare la più tragica e concreta dimostrazione. L’andazzo è chiaro, come ulteriormente sottolineato dall’Ufficio parlamentare di bilancio nel corso dei giorni passati. Le pressioni causate dalla maggiore inflazione sono solo parzialmente considerate nella dinamica salariale, quindi continua a essere rilevante la perdita di potere d’acquisto. Un problema che riguarda tutti i lavoratori da tantissimo tempo: mentre all’estero si registrano considerevoli adeguamenti di stipendio a partire dal 1991, l’Italia rimane bloccata su percentuali risibili.

Secondo l’Ocse, infatti, tra 1991 e 2021 sono aumentati di uno 0,3%, mentre altrove in Europa si parla di un +33%. Una situazione divenuta insostenibile per tutti, ma che piaga in particolare le fasce più giovani di lavoratori. L’esempio del momento è quello dell’ingegnera di 28 anni che, in un video, racconta di aver dovuto rifiutare un’offerta di lavoro da 750 euro netti al mese perché totalmente inadeguata alla sopravvivenza. Mentre dai piani alti ci si preoccupa tanto della continua fuga di giovani all’estero, niente viene fatto perché ciò non avvenga. Queste le cifre sconfortanti dei redditi medi percepiti dai giovani italiani.

Reddito medio dei giovani: parliamo di cifre

A parlare chiaro è l‘Osservatorio Inps di dicembre. Arrivando alle cifre, considerato l’esteso fenomeno del precariato, il reddito medio annuo dei lavoratori dipendenti e autonomi tra i 20 e i 24 anni si attesta a 11.875 euro per i ragazzi. Per le ragazze si aggira intorno ai 7.948 euro e la media è di 9.911 euro. Numeri che lasciano senza parole non solo perché bassissimi, ma anche perché confermano per l’ennesima volta il persistere di un gap salariale tra sessi.

È bene ricordare che l’Istat considera i 10.200 euro come soglia di povertà assoluta per una città del Nord Italia, quindi i redditi medi citati rientrano nella definizione.

Non va molto meglio ai lavoratori tra i 25 e i 29 anni: guadagnano in media 15.629 euro. In pratica, come ribadito da Il Fatto Quotidiano, fino ai 30 anni non si raggiungono i 1.000 euro al mese con tredicesima. Però, nonostante ciò, persiste vivo e vegeto il mito dei bamboccioni che non vorrebbero lasciare la casa dei genitori per pigrizia. Con quali soldi potrebbero farlo, dati gli affitti medi nelle città italiane e posto il costo della vita in continua impennata?

Una domanda a cui andrebbe data una risposta, prima o poi.

Reddito medio in caso di lavoro intermittente o a chiamata

La situazione si fa ancor più preoccupante se consideriamo che sono oltre 220mila i ragazzi tra i 20 e i 29 anni che lavorano con un contratto a chiamata o intermittente. Questihanno ricevuto, nel 2021, in media di circa 2mila euro totali. Una vera e propria débâcle. Toccando un altro tasto dolentissimo, chi ha meno di 29 anni e lavora nel settore dello spettacolo (quindi sceneggiatori, truccatori, attori, scenografi, parrucchieri di scena, organizzatori di concerti eccetera) ha guadagnato, sempre nel 2021, circa 2.700 euro.

Chiaramente insufficienti per “tirare a campare”, questi redditi medi vengono rimpolpati con i proventi di piccoli lavoretti stagionali quando possibile. Questi ultimi, chiaramente, non riescono però a sopperire all’impennata del costo della vita.

Giovani professionisti con partita Iva, la povertà persiste

Non va certo meglio ai professionisti che lavorano con partita Iva che ricadono nella gestione separata Inps. Sono infatti ufficialmente considerati “working poor”, lavoratori poveri. Secondo dati dell’Inps, quelli nella fascia tra i 25 e i 29 anni hanno un reddito medio annuo di 11.452 euro l’anno. L’analisi prosegue tenendo in considerazione giovani architetti, ingegneri e avvocati.

Questi ultimi, nella fascia sotto i 30 anni e in base al rapporto 2022 di Cassa forense e Censis, hanno registrato un reddito medio di soli 13.274 euro annui.

Tra i 30 e i 34 anni, invece, raggiungono più o meno i 16mila euro. Numeri in media con quelli delle altre categorie sopra citate.

Un accenno agli over 50

Qual è il destino riservato agli over 50, altra categoria spesso dimenticata? Sempre secondo i numeri Inps, allo stato attuale costituiscono ben il 40% degli occupati. Il loro reddito medio è di oltre 26mila l’anno, non considerati i fuori busta.

Inutile sottolineare che, di fronte a tutto ciò, sarebbe necessaria una lunga riflessione.