Se senti che quanto guadagni non è abbastanza sappi due cose: la prima è che, purtroppo in Italia sei “in buona compagnia”. Ma del resto “mal comune mezzo gaudio non aiuta a pagare le bollette a fine mese. La seconda è che lo stipendio non adeguato potrebbe dipendere anche da cose che fai senza pensare che possano avere ripercussioni su quanto guadagni. E invece finiscono per pesare in busta paga. Lo ha spiegato una recente ricerca americana che però trova applicazione anche in Italia.

Perché per certe cose, si sa, “tutt’o munno è paese!”, a proposito di dialetti.

Perché come parli determina quanto guadagni

Competenza e professionalità non si dimostrano solo da quello che si dice ma anche da come lo si dice. Ci hai mai pensato? Perché si, che ci piaccia o no, anche l’apparenza conta. Ci sono modi di esprimersi che incidono sulla credibilità professionale di una persona. Pensaci prima di presentarti ad un colloquio anche se si tratta di un’offerta per un lavoro manuale e non intellettuale.

Il focus della ricerca è sul dialetto. Molti di noi parlano dialetto nella vita di tutti i giorni. Per alcuni versi anzi la tutela del dialetto è un modo per preservare cultura e tradizione locali. Ma è giusto riportarlo in ambiente lavorativo? La risposta è meno ovvia di quello che sembrerebbe in prima battuta.

A logica non ci si aspetta di sentir parlare dialetto da un docente o da un medico. Però non ti stupiresti se il tuo salumiere o il tuo meccanico parlasse napoletano, veneto, romano o siciliano no? Non ne faresti una questione di professionalità e competenza probabilmente. Però i datori di lavoro lo fanno, o almeno così dice questo studio.

Quanto guadagni? Questa cosa che (forse) fai ti costa il 20% dello stipendio da neoassunto!

Lo studio ha visto la collaborazione dell’Università di Chicago con quella di Monaco.

I risultati, pubblicati dal National Bureau of Economic Research, hanno dimostrato che per chi viene assunto, la differenza in busta paga data dal parlare o meno dialetto, arriva a pesare anche fino al 20% sullo stipendio.

Oltre il 38% dei partecipanti alla ricerca, ha ammesso di mitigare il proprio accento in modo da non rendere palese la propria provenienza per non impattare la possibilità di ottenere il lavoro. Ma la differenza non si esaurisce nelle possibilità di essere selezionati. Una volta superato lo scoglio assunzione, parlare dialetto o avere “un linguaggio pulito” incide sullo stipendio.

La conclusione sembrerebbe confermare che i selezionatori reputano più meritevole di stipendi medio alti chi riesce ad evitare di portare il dialetto sul posto di lavoro.

Specifichiamo che l’articolo non rappresenta una presa di posizione sull’argomento ma si limita a riportare i risultati della ricerca riflettendo sulle analogie con la situazione lavorativa in Italia. E voi cosa ne pensate? Vi influenza un accento regionale quando dovete scegliere un professionista da incaricare? Fareste differenze in busta paga in base a questo fattore se foste chiamati a selezionare il personale in prima persona?