Appena laureati si è disposti a molti compromessi per lavorare. Ci si trasferisce, pur di andare in una delle migliori città per lavorare, si accettano orari improponibili e paghe al limite della povertà. Il tutto per iniziarsi a quel mondo del lavoro che, sin da piccoli, deve essere il nostro obiettivo della vita. Corredato ovviamente da sacrifici, come se uno non li avesse fatti in tutto il ciclo di studi. Fortunatamente i più giovani, vuoi per la maggiore possibilità di viaggiare, vuoi per la fluidità del lavoro, che oggi presenta molti più sbocchi occasionali, e vuoi per il disinteresse al posto fisso, hanno inavvertitamente sconvolto quelle dinamiche finora considerate intoccabili.

La nuova generazione tiene più alla qualità della vita che al lavoro, è pronta e ben disposta a dare le dimissioni dal lavoro senza pensarci troppo e non si crea problemi nel doversi spostare, anche fuori nazione, per trovare una mansione confacente con le proprie caratteristiche e idonea al percorso di studi e di formazione.

Questo fenomeno ha comportato un radicale cambiamento anche nel modo in cui le aziende si approcciano ai lavoratori, specie se giovani. I molti posti vacanti che non vengono riempiti sono un campanello d’allarme per le imprese, che a questo punto sono più propense a scendere ad una contrattazione seria con i futuri dipendenti.

Ecco il quadro generale, ma in particolare, quali sono le migliori città per lavorare in Italia?

Anche se, come si può prevedere, il podio è occupato da Milano, Roma e Torino, in quanto ad offerte di lavoro, la vivibilità migliore per un neolaureato è altrove. Vediamo dove!

Milano, Roma e Torino nella Top3 per le offerte di lavoro

La maggiori opportunità dopo la laurea, come detto, si hanno nella Capitale e nei capoluoghi lombardo e piemontese; secondo uno studio di Business Name Generator, Milano offre ad oggi 1167 posizioni aperte per gli stage, Roma 186 e Torino 178.

Il grande divario che separa Milano delle “inseguitrici” è lo specchio della situazione anche nel mondo lavorativo reale: la città meneghina vola letteralmente, sulla scia delle più virtuose città nordeuropee.

Ma è tutto ora quel che luccica?

Tuttavia la stessa Milano, a fronte di una paga media per gli stagisti di circa 670 euro, presenta un costo della vita di circa 1500/1700 euro al mese per le spese di vitto e alloggio, che rende necessario un foraggio esterno (spesso la famiglia o un secondo lavoro).

Roma ha paghe più alte della media italiana, con quasi 800 euro al mese, e spese ben più basse di Milano. Con una casa in condivisione si riesce a stare intorno ai 1200/1300 euro mese di spese totali.

Infine Torino, con circa 650 euro mese di retribuzione media per gli stage, permette di vivere con circa 1.200 euro al mese.

Insomma, per uno stagista è dura la vita: certo Milano è la migliore vetrina, ha un’offerta così ampia da permettere un ingresso rapido nel lavoro, considerando anche che circa l’8% delle proposte sono in smart working. Una soluzione ideale per chi vuole arrotondare con altre attività sempre da remoto.

Lo studio ha preso in considerazione 32 città italiane, scoprendo che la qualità di vita più alta per un neolaureato non è al nord, o a Roma.

Le migliori città per lavorare e vivere in Italia: ecco le sorprese!

Se Milano è la migliore città per uno stagista, dal punto di vista professionale, Reggio Calabria lo è per la qualità della vita. La ricerca la pone complessivamente al terzo posto, dietro Milano e Roma, ma di fatto il costo medio di un affitto di circa 400 euro al mese, il costo della vita decisamente inferiore rispetto ad una metropoli, ma con uno stipendio molto simile (circa 600 euro), fa della città calabrese il miglior compromesso.

Molto simile è la situazione a Salerno, Messina e Catania.

Insomma il sud si dimostra, grazie ad una notevole riduzione dei costi, il posto migliore in cui intraprendere uno stage.

Tutto cambia poi nel lavoro vero e proprio, con opportunità scarse e salari decisamente troppo bassi.