Sì, proroghiamo. No, mancano i fondi. Anzi, sì, proroghiamo! Un riassunto in poche parole dei tira e molla degli ultimi giorni riguardo alla proroga dello smart working per lavoratori fragili e genitori con figli minori di 14 anni che lavorano nel settore privato. Il limite per sfruttare questa agevolazione è quindi spostato al 30 giugno 2023.

L’emendamento al decreto Milleproroghe 2022, spinto dal Pd, è stato approvato all’unanimità nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato. Quest’ultimo prevede che questa formula di agevolazione al lavoro possa essere applicata anche in assenza degli accordi individuali, ma a condizione che sia ovviamente compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa.

Il perché è facile da intuire: non tutti i lavori possono essere svolti in modalità agile. Per superare questo ostacolo, però, è stato approvato anche un altro emendamento. Scopriamolo subito.

Okay anche all’emendamento per i lavoratori della pubblica amministrazione

Se non tutte le professioni consentono lo smart working per difficoltà oggettive d’applicazione, il via libera all’unanimità delle Commissioni a un altro emendamento potrebbe cambiare le carte in tavola. Frutto di proposte sia di maggioranza che di opposizione, questo proroga dal 31 marzo al 30 giugno 2023 la possibilità per (solo) i lavoratori fragili, privati ma anche quelli pubblici, di lavorare in smart working venendo adibiti ad altre mansioni e a retribuzione piena.

Così facendo, devono però essere sostituiti nella loro mansione primaria. Immaginiamo, ad esempio, un infermiere fragile. Potrà essere spostato a svolgere da casa un ruolo differente, ma quello originario dovrà essere affidato a qualcun altro che lo porti a termine. Un provvedimento che chiaramente richiede un esborso economico non differente. Le coperture andavano organizzate, soprattutto per i dipendenti della pubblica amministrazione. Il governo, però, ha reperito 16 milioni, mettendo una pezza alla situazione.

A chi è rivolta la proroga dello smart working

La proroga del diritto allo smart working, come accennato in apertura, è rivolto a due particolari categorie:

  • ai lavoratori fragili, sia del settore pubblico che privato: persone con particolari patologie o disabilità secondo l’art 25 bis DL 115 2022 – La norma istitutiva è  l’art. 26, commi 2 e 2-bis, del decreto-legge 17 marzo  2020,  n. 18);
  • ai lavoratori dipendenti con figli under 14 solo nel settore privato, come da art. 23 bis DL 115 2022 che proroga l’art 90 DL 34 2020 Rilancio.

Tra i primi rientrano persone con certificazione medica che attesa problemi di immunità, terapie salvavita in corso, disabilità gravi o cure oncologiche.

Questi possono ambire a diverse mansioni, purché nella medesima categoria o area di inquadramento previste dal CCNL di riferimento, con incluso lo svolgimento di una attività di formazione professionale. Per quanto riguarda i genitori di figli sotto i 14 anni, invece, devono rispettare la condizione che l’altro genitore sia occupato e non sia percettore di ammortizzatori sociali.

Proroga smart working: l’impegno preso dalla presidente Meloni

Il successo della proroga dello smart working per lavoratori fragili è stata anche frutto dell’interesse della presidente Giorgia Meloni. Come ha sottolineato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, oltre all’interesse e alla spinta delle commissioni:

“C’è stato l’impegno personale da parte della presidente Meloni a risolvere questa questione che era purtroppo arenata per una difficoltà a reperire le risorse. Ringrazio gli uffici. I Ministeri hanno lavorato tuta la notte e tutta la mattina per riuscire a recuperare i 16 milioni di euro necessari a prorogare la norma fino al 30 giugno. Un lavoro molto complesso che però ci ha consentito di risolvere anche questa questione che stava a cuore a tutta la Commissione”.

La ministra del Lavoro Marina Calderone, già a fine gennaio, aveva assicurato che

“Il ministero del Lavoro sosterrà ogni iniziativa volta alla proroga almeno trimestrale del lavoro agile per i fragili”.

Le speranze, quindi, c’erano tutte.

Le proposte e l’azione dell’opposizione

Se i Dem hanno proposto la proroga dello smart working per i fragili dal 31 marzo al 30 giugno, c’è chi desiderava qualcosa di più. Il Movimento cinque stelle spingeva infatti per un prolungamento diretto fino al 31 dicembre. In comune con Fratelli d’Italia, proponeva l’eventualità, per i fragili con mansioni che non possono essere svolte in modalità agile, di equiparare i periodi di assenza al ricovero ospedaliero.

In questo modo, quella categoria di lavoratori sarebbe esclusa dal periodo di comporto e quindi manterrebbe a prescindere il diritto alla conservazione del posto. Le opposizioni, ma non solo, si sono molto date da fare in questo senso.