Com’è regolamentato il periodo di ferie? Quali sono i paletti a cui datore di lavoro e lavoratore devono sottostare? Facciamo il punto della situazione partendo però da una domanda che introdurrà subito il tema trattato e probabilmente sarà uno shock per molti lettori. Chi decide quando andare in ferie, il lavoratore stesso o il suo capo? Ebbene, è quest’ultimo a dover decidere. Infatti, ai sensi dell’articolo 2109 del c.c. il datore di lavoro ha il potere di stabilire il momento di godimento delle ferie in base a quelle che sono le esigenze della sua azienda e gli interessi del lavoratore.

Periodo di ferie, le regole che non tutti conoscono

Abbiamo subito visto una curiosità che, per quanto dovrebbe essere nota, è in realtà una sorpresa per molti. Infatti, benché l’articolo sia piuttosto chiaro, nella realtà dei fatti è sempre il lavoratore che indica il periodo di ferie scelto personalmente, mentre il datore di lavoro si limita a prenderne atto. Abbiamo visto che le cose non dovrebbero essere così (per quanto il datore è tenuto comunque a prendere in considerazione, come abbiamo visto, quelli che sono gli interessi del proprio dipendente, poiché lo scopo delle ferie è quello di consentire il recupero delle energie fisiche e psichiche). Per quanto riguarda la retribuzione, durante il periodo di ferie al lavoratore spetta la medesima somma ricevuta durante il periodo di attività lavorativa. Questo perché vengono calcolati tutti gli elementi erogati in via ordinaria, senza alcune eccezione.

Con il richiamo dell’UE al nostro paese per i contratti stagionali, non è un male ripassarci quello che è il regolamento ufficiale che vige nel mondo del lavoro. Se vi state chiedendo invece come funziona la maturazione dei giorni festivi, ebbene solitamente è regolamentata in dodicesimi. Quindi, salvo diversi accordi nel contratto di lavoro, al lavoratore spetterà un dodicesimo del periodo di ferie per ogni mese di lavoro.

C’è però da precisare che le ferie maturano anche durante alcuni particolari periodi di assenze, ecco in quali casi:

  • astensione obbligatoria della madre;
  • congedo di paternità;
  • malattia;
  • ferie stesse;
  • congedo matrimoniale.

Quando si può andare in vacanza?

Un’altra curiosità che forse non tutti conoscono è che ci sono tre precisi momenti da rispettare per il piano ferie. Come abbiamo visto, è al datore di lavoro che spetta il compito di decidere quando un suo dipendente deve andare in ferie, ma tale decisione deve rispettare alcuni paletti. Ci sono infatti tre periodi diversi di godimento delle ferie maturate e il capo è tenuto a rispettarli. Il primo, di almeno due settimane ininterrotte, nel corso dell’anno di maturazione. Il secondo, sempre di due settimane, ma non necessariamente ininterrotto, da utilizzare entro 18 mesi dall’anno di maturazione. Infine, il terzo periodo (qualora il Ccnl preveda più di 4 settimane di ferie annuali), entro il termine stabilito dall’autonomia privata, oppure monetizzato in accordo tra le parti.