Avviata procedura di infrazione da parte dell’UE nei confronti dell’Italia. Secondo la commissione il nostro paese non ha recepito le direttive in merito ai contratti stagionali. Secondo l’Unione Europea, il nostro paese, insieme ad altri nove, non stanno rispettando quelle che sono le indicazioni comunitarie. I lavori stagionali devono infatti essere attuati al fine di assicurare condizioni di vita e di lavoro dignitose, pari diritti e una tutela sufficiente dallo sfruttamento. A quanto pare, il nostro paese non lo sta facendo.

Contratti stagionali, Italia bacchettata

Tirata d’orecchie da parte dell’UE per il nostro paese in merito ai contratti stagionali. Da Bruxelles è arrivato il seguente comunicato in merito alla questione:

“Garantire il pieno rispetto della direttiva è un presupposto importante per attrarre nell’Ue la manodopera necessaria per il lavoro stagionale ed eventualmente anche per contribuire a ridurre la migrazione irregolare”.

Come risponderà Roma? Il nostro paese ha due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni dell’esecutivo dell’UE. Potrebbe fare specie, comunque, che il nostro paese sia stato bacchettato proprio sulla questione lavoro, argomento particolarmente trattato dal nuovo Governo, il quale sta proprio in queste settimane lavorando al nuovo decreto (non senza polemiche) relativo a una riforma che prenda in considerazione, oltre alla questione reddito di cittadinanza, anche i lavori occasionali e provvisori. Ma probabilmente è proprio questo che ha fatto storcere io naso alla commissione europea. Del resto, regolamentare adeguatamente queste forme di lavoro è fondamentale anche per riuscire a gestire meglio i fenomeni migratori, come appunto il comunicato dell’UE evidenzia.

Le altre irregolarità

Non solo i contratti stagionali nel mirino dell’UE. L’Italia è infatti stata bacchettata anche per le condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico e l’abuso dei contratti a tempo determinato. Bruxelles per ora non ha avviato alcuna sanzione, ma si è limitata a chiedere le motivazioni di tali infrazioni.

In realtà, parliamo di una procedura che affonda le sue radici nel 2019, quando l’UE aveva già segnalato al nostro paese il problema. Ecco un passo del comunicato:

“La normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”.

Cosa succederà a questo punto? Come detto, il nostro paese ha 2 mesi di tempo per dare una motivazione in merito e rimediare alle carenze rilevate. Al termine dei due mesi, qualora la risposta e i rimedi non dovessero essere considerati sufficienti, l’UE potrà deferirla alla Corte di Giustizia UE.