I contratti a tempo indeterminato sono a volte una chimera irraggiungibile, e una delle alternative più frequenti è il lavoro occasionale. Di che tipo di contratto si tratta, e soprattutto qual è il tetto limite entro il quale si può guadagnare per essere in regola? Vediamo nel dettaglio di rispondere a queste domande in base alle ultime novità.

Lavoro occasionale, di cosa si tratta?

Viene definito lavoro occasionale accessorio quella prestazione professionale nella quale il lavoratore offre la sua collaborazione verso i processi produttivi di un’azienda o un’impresa.

Si tratta di un tipo di impiego nel quale il prestatore partecipa alle attività produttive in maniera saltuaria, cosa che quindi esclude altre forme di contratto più continuative, le quali si basano invece una partecipazione costante e duratura. Pur essendo una forma di lavoro sporadica, il datore può usufruire della copertura assicurativa INAIL relativa agli incidenti sul lavoro ed essere quindi perfettamente in regola da questo punto di vista.

Per quanto riguarda invece il lavoratore, tali prestazioni sono particolarmente vantaggiose in quanto non sono soggette a imposizioni fiscali. Ciò significa che i compensi ricevuti non andranno ad incidere sulle entrate del suo eventuale ulteriore lavoro a contratto. Inoltre, se il lavoratore in questione è disoccupato o inoccupato, il suo status con il lavoro occasionale accessorio non verrà alterato. Quindi, se vi hanno offerto un’opportunità lavorativa di questo tipo ed eravate preoccupati del fatto che le nuove entrate sporadiche vi avrebbero messo in difficoltà con la vostra posizione fiscale, niente paura. Si tratta quindi di un’occupazione del tutto lecita e che non compromette il vostro status lavorativo. Se siete disoccupati e state partecipando a uno dei tanti concorsi attualmente disponibili, queste prestazioni occasionali non comprometteranno la vostra partecipazione. Ovviamente, ci sono dei paletti da rispettare.

Quanto si può guadagnare?

Accennavamo poc’anzi ad alcuni paletti da dover tenere presenti per far sì che il lavoro occasionale rimanga perfettamente inquadrato in quelli che sono i criteri dall’INPS nell’articolo 54-bis del Decreto Legge n.

50/17. Il primo fondamentale paletto è quello relativo al limite oltre il quale non si può guadagnare. Per capire meglio però questa regola è importante vedere innanzitutto chi può fare ricorso al contratto di lavoro occasionale accessorio. Ecco i soggetti che possono utilizzarlo:

  • lavoratori autonomi;
  • professionisti;
  • associazioni;
  • imprenditori;
  • fondazioni e altri enti di natura privata;
  • amministrazioni pubbliche.

Veniamo quindi finalmente alla risposta relativa ai compensi permessi. L’importante novità è che la Legge di Bilancio 2023 ha esteso proprio tale limite, ciò significa che rientrano in questa categoria importi che prima ne venivano esclusi per superamento della precedente soglia. Ebbene, ora ogni utilizzatore (datore di lavoro) può erogare compensi fino a 10 mila euro l’anno per il totale dei suoi lavoratori subordinati. Questi ultimi potranno ricevere un massimo di 2500 euro per ogni utilizzatore, mentre il limite complessivo che un lavoratore può percepire con il lavoro occasionale è di 5000 euro. Per capirci forse sarà necessario un piccolo esempio pratico: qualora il lavoratore prestasse le sue prestazioni a due datori di lavoro, potrà ricevere compensi fino a 5000 euro l’anno (2500 euro da ognuno).