Lavorare per conto proprio e in giro per il mondo è il sogno di tutti. O quasi. Immaginate di viaggiare in posti sempre nuovi e poter lavorare come e quando volete vivendo con l’essenziale. Sembra impossibile ma i numeri, però, sembrano proprio parlare chiaro. Nel mondo esistono almeno 35.000.000 persone che si definiscono nomadi digitali. E sono in crescita. Nel giro di pochi anni potrebbero raddoppiare.

Ma chi sono i nomadi digitali? Si tratta di quelle persone che lasciano la vita di sempre per mettersi a viaggiare e lavorare nel digitale da remoto senza una meta fissa.

Possono essere freelance ma anche dipendenti di aziende molto flessibili e persino imprenditori che possono svolgere il loro lavoro viaggiando. Per un nomade digitale basta avere a portata di mano un computer portatile, un bagaglio e il passaporto ed il gioco è fatto. Diventare nomade digitale sembra facile. In realtà bisogna seguire alcune regole o comunque avere presenti vari concetti prima di iniziare una carriera del genere.

Lavoro nomade digitale, i lavori e le aziende che permettono di trasformare il sogno in realtà

Alcuni consigli, a tal proposito, arrivano da Patrizio Ambrosetti, pioniere della comunità di nomadi digitali.
Prima di tutto, bisogna sapere che non tutti i lavori sono adatti per essere nomade digitale e non tutte le aziende permettono di lavorare sempre da remoto ovunque nel mondo. Tra i lavori più quotati che consentono di anche di operare come nomade digitale, figurano il content creator, il social media manager, il SEO specialist, l’insegnante di corsi online, il copywriter, il graphic designer e web Engineer, il blogger, il digital marketer, il traduttore, lo psicologo, il contabile, il tutor, il consulente, il photo e video Editor, il virtual assistant etc. Il solo lavoro, però, non basta.

Infatti, una persona può fare anche il nomade digitale ma bisogna considerare se l’azienda per cui lavora permette o meno di lavorare full remote oppure vuole la presenza costante in ufficio.

Alcune note realtà come Twitter, Selina, Airbnb, Boom, Square, Shopify, Protocol Labs, Toptal, Superside, ConsenSyns e via dicendo consentono ai giovani (e non ) di lavorare sempre da remoto.

Dove alloggiare e lavorare

Viaggiare di continuo e lavorare sempre da posti diversi richiede un certo adattamento e soprattutto saper vivere con l’essenziale. Quindi prima di partire bisognerà fare una lista di cose a cui bisogna rinunciare per un periodo più o meno lungo. Chi ha una casa o una macchina, ad esempio, dovrà decidere se vendere o lasciarle a qualcuno in affidamento. In più, visto il cambio di stile di vita che richiede essere nomadi digitali è decisamente importante fare prima un periodo di prova. Alcuni pensano di potercela fare ma poi si pentono.

Non da meno, è importante tenere a mente quei paesi più attraenti per chi vuole diventare nomade digitale. Si tratta di quei posti in cui la vita costa meno e in genere ci si trova bene. Tra questi si citano Portogallo, Costa Rica, Barbados, Bermuda, Mauritius, Estonia, Croazia, Canarie e Indonesia.

Infine, bisogna superare l’ultimo scoglio. Dove alloggiare e dove lavorare? Molte aziende mettono a disposizione i loro spazi di co-living e co-working per i nomadi digitali. Tra le più note si segnalano Selina, che offre 145 location in tutto il mondo, e Creative Harbour, che, come sottolinea Ambrosetti, permette di trovare spazi di co-working, co-living e co-learning in mezzo alla natura in tutta Europa.