Intelligenza artificiale per gestire la casa, per guidare la macchina, per scrivere testi e ora anche per i colloqui di lavoro! Non è fantascienza, ma il futuro del recruitment, già presente in alcune realtà.

L’idea di base è quella, almeno all’inizio, di utilizzare i robot come uno strumento di preselezione, utile a scremare la grande quantità di candidati, presentando al reparto di risorse umane solo quelle con i requisiti effettivamente richiesti.

D’altronde esiste anche un software di IA che filtra e legge gli annunci di lavoro, per poi presentare agli utenti solo quelli idonei al proprio profilo e alle proprie richieste.

Lo stesso procedimento di selezione, ma all’inverso.

Discriminazione e false valutazioni: i rischi di un colloquio di lavoro robotizzato

Ancor prima di essere adottata, questa tecnologia è già sottoposta a diverse critiche, che vedono nell’intelligenza artificiale un pericoloso strumento di discriminazione.

Se da un punto di vista dell’efficienza, abbiamo davanti una nuova frontiera del recruiting, rapida ed economica, dall’altro ci si espone troppo ai pregiudizi di un’intelligenza artificiale non programmata ancora per pensare e valutare soggettivamente una singola situazione.

Abbiamo ad esempio già dei precedenti, come quello di Amazon, che aveva provato a far selezionare i CV dei candidati dal computer, che però aveva eliminato a prescindere tutti quelli femminili.

Era il 2017, un’era fa rispetto alla tecnologia attuale, ma rimangono ancora diverse lacune.

Una su tutte la possibile discriminazione basata sul riconoscimento facciale: una ricerca statunitense del 2020 aveva individuato questo bug nel software dedicato IBM, che tendeva a dare maggiore rilevanza alle foto di uomini con pelle più chiara.

Inoltre l’Intelligenza Artificiale associa parole e corpi per creare la persona che andrà a valutare, generando un archetipo di candidato ideale non necessariamente oggettivo.

Insomma, c’è del lavoro da fare prima di poter considerare l’IA una valida alternativa agli essere umani per un colloquio di lavoro.

Tuttavia, come già accennato, ci sono realtà che ne fanno già uso, quindi vediamo come funziona per avere un’idea e capire come comportarci se in futuro dovesse diventare lo standard di selezione.

Come si svolge un colloquio con l’IA

Il “faccia a faccia”resta una priorità, anche se davanti c’è un robot. Al candidato basta quindi sedersi di fronte allo schermo del computer, sul quale compariranno delle domande (scritte o tramite audio pre registrato).

Le risposte devono essere date entro un breve tempo, scandito da un timer, al termine del quale tutto il materiale del colloquio viene elaborato e valutato prima di essere girato al datore di lavoro.

In questo modo arriva sulla scrivania del direttore del personale una cernita effettuata scientificamente e meccanicamente. Di sicuro efficiente, ma non sempre realistica, come abbiamo potuto vedere.