L’alternanza scuola-lavoro non ha mai smesso di essere un argomento caldo, anzi scottante, dal momento della sua introduzione. Insegnare diritto del lavoro e sicurezza alla scuola secondaria, secondo proposta di legge di Fratelli D’Italia, potrebbe essere una prima mossa per affrontare il discorso in termini di consapevolezza. Sì, perché rendere più edotti i protagonisti di tanto chiasso, i ragazzi che devono fare lo stage, può solo renderli più edotti sulle regole che governano l’attività lavorativa, quindi anche in grado di pretendere un lavoro sicuro a tutela della propria salute.

Non c’è dubbio in merito: la conoscenza è una potente arma sempre a proprio favore. Il disegno di legge di Fratelli d’Italia era già stato presentato nella scorsa legislatura. Torna nuovamente alla ribalta proponendo un minimo di 33 ore di formazione annue da inserire nelle ore di lezione già previste. Ecco cosa prevede.

Alternanza scuola-lavoro, le proteste e il bisogno di cambiamento

L’alternanza scuola-lavoro è uno strumento introdotto dal governo Renzi nel 2015, poi riformata nel 2018. Prevede che gli studenti delle scuole superiori svolgano obbligatoriamente uno stage lavorativo mentre studiano, con diverse ore di formazione a seconda dell’indirizzo di studio. Nel tempo, però, le polemiche non si sono risparmiate. Dalle esperienze di mancata formazione ad alcune tragiche morti di studenti sul lavoro, il provvedimento ha sollevato un lungo polverone.

I sindacati lo hanno spesso definito profondamente sbagliato perché non è lavoro né formazione, ma spesso una becera scusa di sfruttamento che può rappresentare un rischio per la salute degli studenti, soprattutto per quanto riguarda istituti tecnici e professionali. Un esempio recente è la morte di Giuliano De Seta, studente vittima di un incidente durante un’esperienza in una fabbrica a settembre 2022. La sua vicenda ha colpito particolarmente perché, oltre all’intrinseca tragicità del fatto, la famiglia non ha potuto ricevere un risarcimento perché il ragazzo non era il principale percettore di reddito del nucleo.

A tal proposito, la ministra del Lavoro Marina Calderone e quello dell’Istruzione, Giuseppe Valditara si sono chiaramente espressi nelle scorse settimane: l’alternanza scuola-lavoro va rivista per tutelare gli studenti e la loro vita. Il minimo che ci si possa aspettare dal Governo. In un contesto in cui il sapere può quindi trasformarsi in una potente arma di difesa, la proposta di Fratelli d’Italia per insegnare diritto del lavoro e sicurezza nella scuola secondaria ottiene nuova risonanza.

Insegnare diritto del lavoro e sicurezza a scuola: cosa prevede la proposta

La proposta di legge di Fratelli d’Italia prevede 33 ore annue di insegnamento sul diritto del lavoro e sulla sicurezza in ambito lavorativo. Le scuole secondarie dovrebbero inserire queste ore nel programma scolastico:

“Per assicurare che i futuri lavoratori e datori di lavoro siano consapevoli dei princìpi e delle regole che governano l’attività lavorativa”.

Nel testo vengono specificate le disposizioni per introdurre questi argomenti con lo scopo di insegnare i “capisaldi dell’ordinamento e delle principali normative che riguardano il lavoro”. La sicurezza è il focus principale, poiché:

“Sin dalla scuola si venga edotti delle regole introdotte in attuazione del diritto del lavoratore ad avere un lavoro sicuro a tutela della propria salute, con l’obiettivo di fornire ogni elemento utile alla prevenzione e alla gestione integrata dei rischi professionali”.

Un modo per permettere ai ragazzi di tutelarsi in prima battuta. Secondo il disegno di legge, l’idea nasce per:

“Contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore affinché siano responsabili e attivi nel garantire il rispetto delle regole connesse a tale status”.

Non uno scarico di responsabilità, sulla carta quantomeno, ma una speranza che la collaborazione tra tutti aiuti a rendere migliore il mondo del lavoro.

 L’Art. 2. della proposta di Fratelli d’Italia ribadisce chiaramente quanto già discusso, ovvero che queste ore di insegnamento sono previste:

“Al fine di far acquisire le conoscenze dei diritti costituzionali e delle principali normative che regolano il lavoro, anche con particolare riferimento al diritto del lavoratore ad avere un lavoro sicuro sotto i profili della salute, dell’igiene e del benessere nell’ambiente di lavoro, nella prospettiva della prevenzione e della gestione integrata dei rischi professionali”.

La formazione degli insegnanti secondo disegno di legge

Quali sarebbero i criteri per la formazione? Come verrebbero aggiornati i docenti che si occuperanno della materia? Troviamo lumi sempre all’interno della proposta per l’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza redatta da Fratelli d’Italia. Il testo specifica che sarà il Ministro dell’istruzione, secondo disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 419, a emanare un decreto entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, se entrerà in vigore. Questo decreto stabilirà:

  • i criteri per lo svolgimento delle attività di formazione e di aggiornamento dei docenti cui è affidato l’insegnamento di cui all’articolo 1;
  • le competenze minime dei medesimi docenti;
  • le modalità di riconoscimento delle competenze stesse.