Si tratta sicuramente di una provocazione, la nostra, e l’utilizzazione del sintagma ‘sfruttamento del lavoro minorile’ è sicuramente troppo forte: ma, in alcuni casi, è stato proprio così e se si analizza l’andamento del mercato del lavoro in Italia, ci si rende conto che l’alternanza scuola-lavoro, così come è stata organizzata, risponde proprio a due esigenze: la prima è l’utilizzazione di personale ‘gratuito’ per mansioni di basso livello formativo (ed usiamo un eufemismo), la seconda è la costruzione, sin dalla più giovane età, di una mentalità ‘adattata’ allo sfruttamento, alla precarietà, alla bassa consistenza della remunerazione.

Prima delle riflessioni, raccontiamo qualche episodio, per correttezza di informazione.

Ancora un’analisi sulla distruzione della scuola ad opera del governo Renzi/Gentiloni – Scuola, come tagliare 1,5 miliardi di euro: perché il ‘liceo breve’ fa male all’Italia.

Alternanza scuola-lavoro: è sfruttamento di lavoro minorile?

Il governo ha parlato (ovviamente) in chiave positiva dell’esperimento di alternanza scuola-lavoro che la riforma della buona scuola renziana ha introdotto. Rari casi virtuosi ci sono stati, ma, stando ai dati raccolti dall’UDS (unione studentesca vicina al PD, ma che adesso non può che criticarlo) e alle testimonianze che si possono leggere un po’ ovunque, ecco cosa è avvenuto perlopiù. Gli studenti di Palermo, ad esempio, hanno denunciato alcune situazioni davvero incresciose: sono stati impiegati come camerieri, come gelatai, come maschere nei cinema, pur essendo studenti liceali – che tipo di formazione può dare questo ‘lavoro’? Si tratta chiaramente di sfruttamento di lavoro gratuito minorile. Sempre a Palermo, alcuni sono stati messi a servire hamburger (impiegati da McDonald’s!), altri ad allevare cozze.

Una studentessa di un alberghiero di Bari ha denunciato la seguente situazione: la struttura che l’ha ospitata aveva promesso di metterla ai fornelli, ed invece si è trovata a pulire i bagni e a fare volantinaggio anche per 12 ore consecutive.

Queste notizie e testimonianze sono apparse su Repubblica.it.

L’alternanza scuola-lavoro è sfruttamento di lavoro minorile e costruzione di una mentalità schiavistica

È necessaria, dunque, una riflessione sull’alternanza scuola-lavoro. Diciamo immediatamente che, anche nei casi virtuosi, noi siamo assolutamente contrari. E cercheremo di spiegare in che senso. Il primo motivo concerne le stesse dinamiche del mercato del lavoro: l’alternanza scuola-lavoro oltre a creare una vera e propria manodopera gratuita minorenne intende produrre una nuova generazione, meno formata dal punto di vista culturale (sottraendo orario allo studio, necessario a quella età, per conoscere e orientarsi nel mondo), ma già adattata ai dettami del mercato, una generazione che sappia, sin dall’adolescenza, che si devono accettare lavori meno qualificati, che le paghe possono essere basse, che i diritti mancano e non devono essere richiesti.

Il secondo motivo concerne, invece, la creazione di una mentalità schiavistica: l’età dell’adolescenza è quella decisiva per la formazione della futura persona umana; spingere i ragazzi verso il lavoro de-qualificato e sfruttato, sin da un’età così ‘tenera’, significa produrre una nuova mentalità e, soprattutto, immunizzare la possibilità che, in futuro, queste generazioni possano chiedere qualcosa in più in termini di qualità della vita. Si tratta del ‘delitto perfetto’: si produce una generazione di automi, adatti a lavori mal pagati e senza diritti, e contemporaneamente si evitano future ribellioni. E noi ‘adulti’? Come sempre, restiamo a guardare.