Il grande protagonista del momento è il Decreto Lavoro 2023, studiato dal governo Meloni per dare una scossa all’attuale mondo del lavoro italiano. Tra le misure comprese nel pacchetto figura il taglio del cuneo fiscale e contributivo fino a 7 punti per i redditi più bassi da luglio a dicembre. Si aggiunge anche il nuovo tetto ai fringe benefit e novità sui bonus aziendali, compresi i rimborsi per le bollette, non tassati fino ai 3 mila per i lavoratori con figli. Con l’occasione va finalmente in pensione anche tanto criticato Reddito di Cittadinanza.

Il sostegno cambia volto e si trasforma, da gennaio 2024, nell’Assegno di inclusione per le famiglie con disabili, minori o ultra-sessantenni. A questo si aggiunge lo Strumento di attivazione al lavoro pensato per gli occupabili percettori di sussidio che potrebbero perderlo alla prima offerta di lavoro rifiutata.

Prevede inoltre una maggiore flessibilità per i contratti a termine e un tetto più alto ai voucher per congressi, fiere e parchi divertimento. Insomma, tante novità a lungo discusse e sviscerate dagli esperti. Nelle prime bozze del decreto, però, appariva un sostegno per i dipendenti non confermati a lavoro che pare essere stato eliminato. Scopriamolo.

Decreto Lavoro: il bonus una tantum da 500 euro

Purtroppo non si conoscono moltissime informazioni al momento. Dobbiamo basarci sui dettagli trapelati da chi ha letto le prime bozze del Decreto Lavoro (approvato l’1 maggio, simbolicamente). Parliamo di un bonus una tantum a titolo di welfare di 500 euro. L’aiuto sarebbe stato pensato per i lavoratori che, giunti al termine della durata del contratto, non venissero riconfermati con un tempo indeterminato. Un’idea molto intelligente, soprattutto in una situazione di crisi economica come quella che stiamo vivendo. E che, purtroppo, ha eroso i risparmi degli italiani tra bollette alle stelle e inflazione.

Purtroppo, però, la sua attuazione rimane dubbia.

Come riportato da Sky TG24, alcune fonti del Ministero del Lavoro svelano che il bonus sarebbe stato poi escluso dal testo del Decreto Lavoro approvato in Consiglio dei Ministri. Al momento non è ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. La bozza in questione è stata presa in esame poco prima del Consiglio dei ministri tenutosi il primo maggio.

Il testo riguardo al bonus

Le stesse fonti riverrebbero che l’idea del bonus non avrebbe trovato conferma nel testo entrato in riunione e poi approvato, per ragioni che al momento non conosciamo. Il mistero si infittisce, dato che le informazioni a riguardo sono molto poche e sembrano provenire da rumors. In ogni caso, di questo presunto bonus conosciamo la descrizione che appariva sulla bozza:

“Ai lavoratori con contratto a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi sottoscritto successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, con l’eccezione delle attività stagionali, è corrisposto un importo una tantum a titolo di welfare di 500 euro, se al termine della durata il contratto di lavoro non è trasformato a tempo indeterminato”.

In generale, rispetto ai tanti interventi previsti dal Decreto Lavoro per le famiglie, il Ministro del lavoro Giorgetti aveva dichiarato nei giorni scorsi:

“Investiamo sui lavoratori e le famiglie. Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere. Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli. Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali”.

Quindi, il bonus una tantum da 500 euro sembrerebbe rientrare in questa visione, ma scopriremo maggiori dettagli quando il pacchetto di misure sarà ufficialmente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.