Si torna a parlare di congedo mestruale grazie a una proposta di legge promulgata dal gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra, ma anche dalla deputata Elisabetta Piccolotti appartenente alla Sinistra Italiana. Secondo il progetto di legge, dovrebbero essere concessi due giorni al mese di assenza dal lavoro (ovviamente totalmente retribuita) e da scuola per le donne e le ragazze che soffrono della cosiddetta dismenorrea. Con questo termine si intende un ciclo mestruale molto doloroso che causa numerosi altri disturbi. Il problema viene descritto e definito con chiarezza in termini di legge all’interno della proposta.

Un importante passo avanti per riconoscere una condizione che complica la vita lavorativa e scolastica di molte donne, ma finora spesso demonizzata e letta come una dimostrazione di poca volontà in caso di assenze e giorni di malattia. In un mondo del lavoro in cui le donne sono le più discriminate (e le meno pagate) per paura che possano rimanere incinte, assentarsi per i figli ed essere meno performanti a causa delle mestruazioni, serve un cambio di mentalità per normalizzare situazioni che non possono più essere additate con disprezzo. Questa iniziativa è certamente lodevole, sicuramente non servirà a combattere queste discriminazioni (anzi, per alcune realtà può rappresentare un ostacolo in più), ma è comunque una scelta di civiltà importante.

Congedo mestruale: gli articoli previsti dal progetto di legge

La proposta di legge per il congedo mestruale presentata si compone di tre articoli. L’articolo 1 parla del congedo scolastico in caso di studentesse che soffrono di dismenorrea. Concede fino a due giorni al mese di assenze giustificate. Queste sono considerate in deroga al vincolo di frequenza, previsto per legge, di almeno i tre quarti dell’orario annuale. In parole povere, i due giorni non andranno a incidere sul monte ore massimo di quelle consentite per validare l’anno scolastico e ammettere agli scrutini le studentesse.

Chi desidera usufruire di questo provvedimento dovrà presentare un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico che attesti l’esistenza del problema. Sarà comunque richiesta una giustificazione, firmata dai genitori se la studentessa è minorenne.

L’articolo 2 regola invece il congedo mestruale lavorativo. La donna che soffre di mestruazioni dolorose dovrà farle certificare da un medico e otterrà un massimo di due giorni al mese di congedo. Riceverà inoltre un’indennità pari al 100 per cento della retribuzione giornaliera. Attenzione, però: i giorni di congedo non possono essere equiparati ad altri motivi di assenza dal lavoro, compresa la malattia. Non è prevista alcuna assimilazione tra i due istituti dal punto di vista retributivo e contributivo. Questo diritto si applica alle lavoratrici con contratti di lavoro:

  • subordinato;
  • parasubordinato;
  • a tempo pieno o parziale;
  • a tempo indeterminato;
  • a tempo determinato;
  • a progetto.

L’articolo 3 parla di contraccettivi ormonali e stabilisce che diventino parte dei livelli essenziali di assistenza e che il Ministro della salute adotti linee guida ad hoc per metterli a disposizione gratuitamente nelle farmacie, previa prescrizione su ricetta medica.

La definizione di dismenorrea secondo legge

Nel testo della proposta sul congedo mestruale leggiamo anche una precisa definizione di dismenorrea che aiuta nell’applicazione del provvedimento:

La dismenorrea consiste in una fitta al basso ventre, che può diventare anche particolarmente acuta e che si può accompagnare ad altri sintomi come mal di schiena, diarrea, nausea, capogiri e svenimenti. È una condizione che viene riportata dal 20 al 90% delle donne, mentre nelle adolescenti rappresenta il più diffuso disturbo della sfera genitale, costituendo la causa principale di assenza breve e ricorrente dalla scuola.

Congedo mestruale: i Paesi del mondo in cui è già concesso

Il congedo mestruale è già realtà in molti altri paesi del mondo. È soprattutto diffuso nel continente asiatico: è realtà in Corea del Sud, Giappone, Vietnam, Taiwan e Cina.

Recentissimo l’esempio della Spagna che, il 16 febbraio 2023, ha approvato una legge sul congedo mestruale. Questo viene sovvenzionato dallo Stato ed è rivolto a chiunque soffra di mestruazioni dolorose attestate da un medico. La Spagna è quindi un apripista in Europa: che l’Italia segua a ruota?