La retribuzione è definita come il valore di un lavoratore espresso in termini di prezzo; un valore che si ottiene dalla combinazione delle caratteristiche della sua professionalità con l’importanza che essa ha per l’azienda.

Uno stipendio giusto in termini assoluti però non esiste, perché sono molteplici le sfaccettature che riguardano ogni singolo caso. Ad esempio, a parità di valore sul mercato, in un’azienda, una figura professionale può valere di più di una pari qualifica perché ha più esperienza, lavora da più tempo, ecc.

Inoltre, come sempre nel mercato, comanda il rapporto tra domanda e offerta, anche per lo stipendio: profili lavorativi più ricercati hanno anche maggiori margini di contrattazione.

Anche la zona geografica ha un importante impatto sulla valorizzazione di uno stipendio: un manager di una grande azienda di Roma o di Milano avrà sicuramente una proposta salariale più alta rispetto ad un omologo che lavora in Puglia, Basilicata o Sicilia.

Non dimentichiamo nemmeno l’inflazione, ora più che mai incidente sul rapporto tra consumi e salari.

Tuttavia, esiste un parametro fisso, un punto di riferimento, che è il salario minimo per ogni categoria, definito dai CCNL. Lo stipendio non deve mai essere al di sotto dei minimi previsti dalla legge.

E se il mio stipendio non è giusto?

Se scopri, basandoti sia sulle tabelle dei CCNL che sulle retribuzioni dei tuo colleghi di pari ruolo, che il tuo stipendio non valorizza il tuo lavoro, allora è il momento di chiedere un aumento.

Nel primo caso, se la retribuzione è sotto i minimi, si può procedere anche con un intervento sindacale, ma se questa strada non risulta percorribile bisogna prepararsi per essere convincenti.

Siamo abituati, dai film hollywoodiani, a vedere il tipico dipendente di una grande azienda chiedere colloquio al direttore per avanzare una proposta di aumento. Nei film il 99% delle richieste viene respinta, ma nella realtà è possibile presentarsi con motivazioni convincenti.

Innanzitutto, bisogna essere sicuri di stare svolgendo un buon lavoro, in modo da essere valutati positivamente anche dopo un’accurata revisione.

Come essere convincenti

Se possibile, specie se si lavora in una grande azienda e non si ha contatto diretto con il direttore o il responsabile risorse umane, preparare delle statistiche da mostrare per rinforzare la bontà della propria richiesta. Far vedere che si sono sempre raggiunti gli obiettivi, che la  presenza sul posto di lavoro è stata costante e in orario e che si gode di stima tra i colleghi.

Dopotutto, è difficile che un’azienda corra il rischio di privarsi di una risorsa importante, affidabile e con esperienza, solo per non ritoccare al rialzo il suo stipendio.

Il fatto che sia stata fatta una richiesta sottintende la ricerca, in via parallela, di un’altra occupazione.

I tool per scoprire lo stipendio giusto

Per avere credibilità nella richiesta di aumento di stipendio, e per valutare se davvero ce n’è bisogno, i tool online sono un ottimo aiuto.

Quantomipagano e StipendioGiusto sono, ad esempio, due utili strumenti per valutare uno stipendio sulla base di tutti i fattori che riguardano ogni singolo caso.

Basta fare il test, inserendo tutti i dati attraverso una modulistica molto dettagliata, per confrontare il proprio salario con la media nazionale e decidere se chiedere un aumento e in quale misura.