Il lavoro di agente immobiliare ha rappresentato fino ai primi anni 2000 una professione richiesta e redditizia, fondata sulla dinamicità del mercato italiano.

La crisi dei subprime del 2008, con conseguente bolla immobiliare ha messo in crisi un intero settore.

Mercato stagnante, prezzi ribassati per gli immobili si sono tradotti in meno lavoro, più concorrenza e introiti ridotti.

In più l’ingerenza tecnologica in ogni ambito della vita privata e lavorativa presumeva una rapida invasione anche nel settore immobiliare.

Un’idea così viva da spingere la Oxford University a fare uno studio sui cambiamenti riguardanti la figura dell’agente immobiliare.

Il risultato? Entro il 2024 l’86% del suo lavoro verrà rimpiazzato dalla tecnologia.

Siamo al 2023, vediamo com’è la situazione e se la realtà sta rispettando le previsioni.

Il futuro dell’agente immobiliare, tra lavoro e concorrenza digitale

Gli ultimi studi statistici, come riporta il dott. Paolo Morabito, HR Manager e formatore di agenti immobiliari da 26 anni, prevedono una netta inversione di tendenza. Ora sembra che la tecnologia, entro il 2024, potrebbe arrivare a sostituire per il 68% il lavoro umano.

Siamo già scesi di quasi un 20% e, visto che si tratta di modelli previsionali, è lecito credere che la percentuale è destinata a crollare ulteriormente.

Le cause dell’inversione di tendenza

Morabito, intervistato da Gianluca Capone sul canale Youtube Coachimmobiliare, spiega il fenomeno con una serie di cause, individuando la più importante proprio nella renitenza degli stessi agenti immobiliari ad abbracciare gli strumenti tecnologici più innovativi.

Poi c’è stata la pandemia, che da un lato ha costretto all’utilizzo di nuovi mezzi digitali, mentre dall’altro ha fatto riscoprire l’esigenza del contatto umano e la voglia di parlare con persone reali (basti pensare alla frustrazione che si prova ogni qual volta si chiama un servizio clienti e abbiamo a che fare con l’assistente virtuale).

Quella dell’agente immobiliare è una professione considerata individuale, quando invece comporta un vero e proprio lavoro di squadra.

Bisogna rapportarsi con geometri, notai, avvocati, tecnici, clienti, costruttori. Sono le cosiddette soft skills, indispensabili per ogni buon agente.

Le competenze che distinguono un agente umano da uno digitale

Morabito ha individuato nove competenze che dovrebbero essere parte del bagaglio di un agente immobiliare per contrastare l’ascesa delle macchine e, magari, far scendere quella percentuale dell’86% ancora più in basso dell’attuale 68%.

  1. Empatia: abilità nel far sentire gli altri a proprio agio, ispirando fiducia.
  2. Apertura agli altri: saper ascoltare e capire le esigenze altrui.
  3. Capacità organizzativa: pianificare nel breve, medio e lungo periodo.
  4. Fiducia in se stessi: fondamentale nell’approcciarsi con altre persone ed essere convincenti.
  5. Orientamento al risultato: vedere il risultato ancor prima di ottenerlo e seguirlo con costanza e perseveranza.
  6. Responsabilità: verso se stessi e gli altri. Una competenza fondamentale che fa un po’ da cappello a tutte le precedenti.
  7. Gestione del conflitto: essere in grado di affrontare situazioni complesse e conflittuali con i colleghi, con le altre figure professionali e con i clienti.
  8. Leadership: prendere decisioni importanti e saper dare le giuste indicazioni a collaboratori, colleghi e clienti nei momenti opportuni.
  9. Capacità di fare squadra: abbiamo già sottolineato l’importanza del lavoro di squadra per l’agente immobiliare.

Sono competenze che anche se non possedute possono essere acquisite e sono fondamentali per respingere “l’attacco delle macchine”

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

L’importanza di queste nove soft skills risiede nella’incapacità (almeno momentanea) delle IA a svilupparle e ad adattarle alle diverse soluzioni.

I nuovi sviluppi in questo ambito stanno portando le IA a pensare sempre più in maniera simile alla nostra, anche in ambito lavorativo.

Tuttavia è ancora grande il divario che ci separa in tema di adattamento e capacità di gestione emozionale.

Implementando queste soft skills nel proprio modus operandi, il lavoro di un agente immobiliare resta al momento di maggiore valore rispetto a quello di un qualsiasi strumento digitale.