Amazon assume, Amazon licenzia. Assunzioni Amazon, licenziamenti Amazon. Una montagna russa, tra colpi di scena e andamenti altalenanti nella gestione dei lavoratori che operano nel colosso dell’e-commerce presente ormai praticamente ovunque. Se ieri abbiamo parlato di nuovi posti di lavoro aperti sul territorio italiano, è arrivato l’annuncio del taglio di 9.000 lavoratori. Si attendono ulteriori chiarimenti, ma a quanto pare riguarderà principalmente i dipendenti Amazon negli Stati Uniti e in Europa. Cosa accade? Scopriamolo.

Licenziamenti Amazon: l’annuncio del taglio

L’annuncio dei licenziamenti Amazon è arrivato tramite una comunicazione interna dell’amministratore delegato Andy Jassy.

La comunicazione, al momento diffusa dalla CNBC, recita:

“Abbiamo appena concluso la seconda fase del nostro piano operativo la scorsa settimana e vi scrivo per condividere che intendiamo eliminare altre 9.000 posizioni nelle prossime settimane. È una decisione difficile ma riteniamo che sia nel miglior interesse della società nel lungo termine”.

Tagli imponenti ovviamente legati:

All’incertezza dell’economia in cui ci troviamo e all’incertezza che riguarda il futuro prossimo”.

La crisi economica a livello globale non sta risparmiando neanche i giganti del web, a loro volta con le briglia tirate per sopravvivere agli effetti a lungo termine della pandemia, ma anche alla crisi energetica. Non perché colpiti in prima persona, ma perché i volumi d’affari si contraggono quando i clienti lavorano meno, pagano bollette tragicamente alte e stanno consumando tutti i risparmi messi da parte. Lo sa bene anche Meta di Mark Zuckerberg che, volendo rendere il 2023 “l’anno dell’efficienza” per il social network, ha comunicato due grossi round di tagli del personale, uno da 11.000 e un altro da 10.000 persone.

Chi colpiranno i tagli

Jassy stesso ha chiarito che i licenziamenti Amazon riguarderanno soprattutto le risorse umane, gli Amazon Web Services e i lavoratori dietro la piattaforma di streaming di videogiochi Twitch. Il colosso aveva comunque già annunciato grossi tagli a gennaio, comunicando l’intenzione di lasciare a casa 18mila lavoratori.

Con questi ulteriori 9.000, si arriva alla cifra importante di 27mila lavoratori che si troveranno a casa. Il Ceo Andy Jassy ha dato ulteriori spiegazioni a riguardo:

“Alcuni potrebbero chiedersi perché non abbiamo annunciato queste riduzioni di posti con quelle che abbiamo comunicato un paio di mesi fa, ma non tutti i team avevano terminato le loro analisi”.

E:

“invece di affrettare queste valutazioni senza la dovuta attenzione abbiamo scelto di prendere le decisioni a tempo debito”.

Come confermano gli esperti, oltre ai calcoli dell’azienda per il proprio tornaconto, incide nei licenziamenti Amazon anche il perso potere d’acquisto dei consumatori. Questi ultimi, di fronte a un’inflazione non compensata dall’aumento degli stipendi, porta a una sola conseguenza: stringere la cinghia. Non importa quanto competitivi siano i prezzi del colosso se non si può spendere per ciò che non è essenziale.

Il gruppo, all’inizio di questo marzo, aveva anche sospeso i lavori per la costruzione del secondo quartier generale ad Arlington, in Virginia negli Usa. Nei mesi precedenti aveva già annullato tanti altri progetti di sviluppo internazionali. L’annuncio dei tagli non fa risalire il titolo di borsa Amazon che perde il 2,30% ed è scambiato intorno a 96,50 dollari.