L’indicatore di mercato preferito da Warren Buffett ha raggiunto il 200% martedì, segnalando che le azioni sono enormemente troppo care e che potrebbe essere incombente un crollo dei mercati finanziari.
Si tratta di un indicatore che mette in rapporto la capitalizzazione di mercato di tutte le azioni statunitensi quotate in borsa e il PIL dell’ultimo trimestre disponibile.
Questo indicatore è riuscito a prevedere molte delle crisi passate ma, a onor del vero, non è immune da difetti. Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono i pro e i contro dell’indicatore di mercato preferito da Warren Buffett.
Warren Buffett e il suo indicatore, di cosa si tratta?
L’indicatore Buffett (così ormai è stato ribattezzato), come già detto, mette in relazione il valore di capitalizzazione di mercato di tutte le azioni statunitensi quotate in borsa e il PIL americano dell’ultimo trimestre disponibile.
Gli investitori lo usano come un indicatore approssimativo della valutazione del mercato azionario rispetto alle dimensioni dell’economia.
In una recente dichiarazione rilasciata alla rivista Fortune, Warren Buffett ha spiegato che il suo indicatore permette di capire “dove si trovano le valutazioni azionarie in un dato momento”.
Martedì il Wilshire 5000 Total Market Index è salito fino a 44,3 trilioni di dollari, mentre l’ultima stima per il PIL del primo trimestre è di 22,1 trilioni di dollari, portando l’indicatore Buffett al 200%.
Una cifra ritenuta dallo stesso Warren Buffet troppo alta. Ed è anche per questo che lo storico investitore ha già iniziato a liquidare molte delle sue posizioni, aumentando la liquidità del suo portafoglio.