In pensione 5 mesi prima anche nel 2024, ecco perché e che contribuzione serve per anticipare il pensionamento

Un anticipo di 5 mesi sulla pensione di vecchiaia, ecco come uscire prima grazie al lavoro svolto ma con contributi effettivi da lavoro.
4 mesi fa
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Ci sono lavoratori che possono sfruttare alcune misure che consentono di anticipare la pensione, anche se solo di pochi mesi. Così, coloro che pensano di dover aspettare il 2025 per andare in pensione, perché compiono 67 anni l’anno prossimo, possono anticipare la loro uscita dal lavoro al 2024.

Molti non considerano che, per loro, possono valere ancora le vecchie regole della pensione di vecchiaia. Cioè quelle antecedenti al 2019, quando l’età pensionabile era fissata a 66 anni e 7 mesi. Ma come funziona questa agevolazione? Sono necessari chiarimenti su questa possibilità, poiché molti lavoratori ne fanno richiesta.

“Buongiorno, vorrei capire se posso avere diritto ad anticipare la pensione adesso, senza dover aspettare i 67 anni che compirò a febbraio 2025, sfruttando il fatto che svolgo un lavoro gravoso, come quello agricolo. Sono 20 anni consecutivi che lavoro in agricoltura e, in totale, ho 32 anni di contributi. Secondo quanto ho appreso da diverse fonti, per noi che svolgiamo lavori gravosi c’è la possibilità di andare in pensione 5 mesi prima, cioè al compimento dei 66 anni e 7 mesi di età. Li compio a settembre, quindi dovrei rientrare. Ci sono requisiti aggiuntivi da soddisfare o basta questo per andare in pensione? Vi prego di aiutarmi, così posso presentare subito la domanda di pensione se possibile.”

In pensione 5 mesi prima anche nel 2024: ecco perché e quale contribuzione serve per anticipare il pensionamento

Andare in pensione 5 mesi prima è una possibilità offerta da un vecchio provvedimento per i contribuenti che svolgono lavori particolarmente faticosi e logoranti. Questo provvedimento è il noto “Decretone”. Parliamo del maxi decreto introdotto dal Governo Conte I, ai tempi della maggioranza giallo-verde, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio come Vicepremier e con il Movimento 5 Stelle e la Lega a formare l’esecutivo.

Nel decreto numero 4 del 2019, nacque il Reddito di Cittadinanza, insieme a diversi interventi sulle pensioni, a partire dalla famosa quota 100.

Sempre in ambito pensionistico, quel decreto ha introdotto lo stop agli adeguamenti per l’aspettativa di vita per gli addetti ai lavori gravosi e usuranti.

In pratica, per tutte le categorie di contribuenti che, per attività e mansioni, rientravano nello scivolo per il lavoro usurante con quota 97,6, o per chi rientrava nella quota 41 precoci e nell’Ape sociale per lavori gravosi, fu bloccato l’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile di vecchiaia.

Ecco come anticipare l’uscita: regole, requisiti e vincoli da considerare

In pratica, questi contribuenti, invece di dover attendere i 67 anni di età a partire dal 1° gennaio 2019 per andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria, possono accedere alla pensione a 66 anni e 7 mesi. Si tratta, in sostanza, degli stessi requisiti di chi è andato in pensione di vecchiaia negli anni precedenti, fino al 31 dicembre 2018.

Tuttavia, in base ai dettami del decreto numero 4 del 2019, oggi non basta più avere 66 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contributi, come prevedeva la pensione di vecchiaia fino al 2018. Il requisito contributivo è stato maggiorato di 10 anni. In altre parole, per poter sfruttare l’anticipo di 5 mesi, è necessario aver accumulato 30 anni di contributi.

Inoltre, questi 30 anni di contributi devono essere interamente derivati da lavoro effettivo. Nel senso che non possono essere utilizzati contributi figurativi, da riscatto, volontari e così via, per ottenere il diritto alla pensione di vecchiaia 5 mesi prima.

Questi contributi aggiuntivi, oltre i 30 anni, serviranno per determinare il calcolo della pensione percepita, ma non per il diritto alla pensione di vecchiaia anticipata. In sostanza, per accedere alla pensione di vecchiaia anticipata sono necessari i seguenti requisiti:

  • 66 anni e 7 mesi di età;
  • 30 anni di contributi effettivi;
  • Appartenenza a una delle categorie di lavoro usurante o gravoso.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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