Il lavoro part time è il segreto della felicità? In molti lo sostengono e, se questa tendenza continuasse ad estendersi, in un futuro non troppo lontano i contratti part time potrebbero essere i più gettonati. Come cambierebbe il mondo del lavoro?

Lavoro part time per scelta: 4 ore al giorno per se stessi

Una recente ricerca di Forbes prevedeva che, entro fine 2015, quasi tutti i lavoratori potessero considerarsi imprenditori o autonomi. Che il mondo del lavoro stia cambiando in questo senso è innegabile: i lavoratori dipendenti che timbrano il cartellino sono sempre meno, soprattutto nel settore privato.

Ma non è solo il metodo di lavoro a cambiare, anche l’orario inizia a subire dei cambiamenti importanti. Da un lato ci sono quelli che vivono per il lavoro e che, con la flessibilità, rischiano di dover essere reperibili H24, senza pause o ferie vere e proprie per staccare la spina. Dall’altro ci sono quelli che lavorano per vivere: l’ideologia è quella di limitare spese e sprechi per eliminare il superfluo e recuperare il tempo libero. Lavorare metà giornata per sostenere le spese primarie e poi dedicarsi ai propri passatempi e agli affetti per l’altra metà del tempo. In quest’ottica si pone anche l’alternativa del part time verticale, per avere alcuni mesi liberi per fare lunghi viaggi ad esempio.

Chi lavora part time è più felice?

Sono scelte che oggi possono essere considerate ancora di nicchia: a farle sono spiriti avventurosi e persone che prendono decisioni drastiche. Se invece questa ideologia si diffondesse prendere la decisione di lavorare part time senza per questo sentirsi “diversi” sarebbe più facile: tutti sarebbero propensi al risparmio e all’eliminazione dello spreco e forse ci sarebbe meno stress e più serenità.

Senza contare i vantaggi sul fronte occupazionale: chi oggi è disoccupato potrebbe essere assunto per coprire il turno lasciato scoperto da chi lavora part time. Non è vero che a pensarla così sono solo i giovani anticonformisti: anche Carlos Slim, il secondo uomo più ricco del mondo, è infatti un forte sostenitore dell’idea che “dovremmo lavorare solo tre giorni alla settimana”. Buckminster Fuller, nel libro “Critical Path” ha approfondito questa teoria spiegando i vantaggi dei contratti part time su larga scala. Anche leggere il libro che un’infermiera australiana ha scritto raccogliendo i rimpianti dei pazienti terminali in fin di vita dovrebbe far riflettere: la maggior parte avrebbe volut