Il TFR è il Trattamento di Fine Rapporto. Viene comunemente chiamato anche buonuscita, poiché rappresenta ciò che spetta a un lavoratore subordinato nel momento in cui si interrompe il rapporto di lavoro con l’azienda per cui si lavora sotto contratto.
TFR è l’acronimo di Trattamento di Fine Rapporto. In alcuni casi, come nel Pubblico Impiego, viene chiamato TFS (Trattamento di Fine Servizio).
Il TFR matura mese dopo mese durante l’attività lavorativa. Non esiste un limite minimo di durata del rapporto per iniziare ad accumularlo. Naturalmente, più a lungo dura il lavoro, maggiore sarà l’importo maturato. Tuttavia, anche dopo pochi anni di lavoro, le somme possono risultare significative.
Ecco perché è utile approfondire meglio il funzionamento di questo istituto.
Il TFR, i calcoli e le regole: ecco le cose da sapere
TFR, TFS, buonuscita o liquidazione: si tratta sempre della stessa cosa. È ciò che spetta al dipendente quando si interrompe il rapporto con il proprio datore di lavoro.
Il TFR si matura mensilmente e, in media, è pari a circa una mensilità di stipendio per ogni anno di servizio. Le regole che disciplinano l’accantonamento, il calcolo, la tassazione e la liquidazione del TFR possono variare da un contratto collettivo nazionale (CCNL) all’altro, ma sono comunque regolate a livello statale.
Infatti, il TFR è disciplinato dall’articolo 2120 del Codice Civile, dove viene definito come una retribuzione differita. E così deve essere considerato: una quota dello stipendio che viene accantonata durante il rapporto di lavoro, per essere liquidata alla fine.
Non è un bonus: è salario differito accantonato
Il TFR non è un regalo né dello Stato né del datore di lavoro.
Si tratta di una quota dello stipendio del lavoratore, messa da parte in una sorta di salvadanaio che si apre alla fine del rapporto lavorativo.
In alcuni casi, il TFR può essere richiesto in anticipo, secondo regole specifiche che variano a seconda del settore.
Per esempio, nel settore domestico (badanti e colf), il TFR può essere erogato ogni anno in anticipo, fino a un massimo del 75% dell’importo accantonato annualmente.
Tuttavia, al di là di queste eccezioni, ciò che oggi ci interessa è come si calcola il TFR, ovvero quanto si può recuperare di liquidazione dopo soli pochi anni di lavoro con un’azienda.
La formula per calcolare il TFR
Come accennato, l’importo del TFR dipende direttamente dallo stipendio, poiché è pari a circa una mensilità per ogni anno di lavoro. Quel “circa” merita una precisazione.
Il calcolo parte dalla retribuzione annua utile ai fini previdenziali. Tale importo deve essere diviso per 13,5: il risultato rappresenta il TFR maturato in un anno.
Se il periodo di lavoro è inferiore all’anno, si utilizza la retribuzione mensile utile ai fini previdenziali, da dividere sempre per 13,5 e poi moltiplicare per il numero di mesi effettivamente lavorati.
I mesi lavorati per almeno 15 giorni si considerano come mesi interi.
La retribuzione, la rivalutazione e tutto ciò che incide sul TFR
Per il calcolo del TFR, la retribuzione utile deve includere tutte le voci fisse e continuative, oltre a quelle variabili previste dal contratto.
Sono escluse le spese rimborsate e la retribuzione occasionale.
A seconda del CCNL, ci possono essere differenze rilevanti.
In linea generale, si devono considerare:
- la paga base o minimo tabellare;
- gli scatti di anzianità;
- lo straordinario;
- la tredicesima, e, se prevista, anche la quattordicesima;
- le indennità di turno, ecc.
Tutto ciò che si accantona come TFR subisce una rivalutazione annuale, composta da:
- una rivalutazione fissa dell’1,5%;
- una maggiorazione pari al 75% del tasso di inflazione registrato nell’anno (rilevato dall’ISTAT).
Un esempio concreto
Per capire quanto si può ottenere di TFR dopo un solo anno di lavoro, è necessario:
- Calcolare la retribuzione annua complessiva, escludendo le voci occasionali.
- Dividere tale importo per 13,5 → questo è il TFR lordo annuo.
- Applicare la rivalutazione annuale:
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- +1,5% fisso,
- +0,75% se, ad esempio, l’inflazione ISTAT è all’1% (cioè 75% di 1%).
