I nuovi poveri in Italia? I proprietari delle case, ecco perché

Ecco perché ad oggi essere proprietari di immobili non è sinonimo di ricchezza. Un'analisi che fa riflettere.
di
6 anni fa
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Sembra un paradosso ma essere un proprietario immobiliare al giorno d’oggi non è più conveniente, anzi. La crisi economica degli ultimi anni ha investito quello che un tempo era un settore in piena espansione. Prima avere una o più case consentiva di vivere in maniera più agiata, potendo contare sul “mattone sicuro”. A distanza di qualche anno però le cose sono profondamente cambiate. Il valore degli immobili ha subito un deprezzamento del 15 per cento ed è sempre più difficile riuscire a vendere o affittare una casa.

Per questo motivo l’immobile in un certo senso può essere considerato più come un peso che una risorsa.

Valore delle vecchie abitazioni sceso del 22 per cento

Secondo quanto riporta l’Istat, il valore medio delle case è sceso del 15 per cento. Il dato peggiora se si prendono come punto di riferimento le vecchie abitazioni, le quali hanno subito una diminuzione fino al 22 per cento. Ipotizzando oggi la vendita di una casa acquistata a inizio Duemila per un valore di 200 mila euro, il deprezzamento è superiore ai 40 mila euro. Il mercato immobiliare italiano continua dunque a essere in piena crisi, non riuscendo a risollevarsi in questi ultimi dieci anni.

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I nuovi poveri sono davvero i proprietari delle case

Sono sempre di più le case in vendita. Allo stesso tempo però aumenta il numero delle abitazioni vecchie sul mercato, poco appetibili agli occhi delle persone che vorrebbero acquistare una nuova casa (chi oggi se lo può permettere). Tutto questo porta a un circolo vizioso da qui il mercato immobiliare sembra essere ormai schiavo da tempo. Meno vendite, più case nel mercato, valore sempre più basso: tre componenti che hanno di fatto reso i proprietari degli immobili dei nuovi poveri. A questa situazione già di per sé difficile si aggiunge poi la svendita di chi non riesce a vendere l’abitazione.

Oltre il danno la beffa.

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