Sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 11 dicembre è stato pubblicato il decreto del 29 novembre 2023 con cui il Ministero di economia e finanze ha fissato gli interessi legali al 2,50% per il 2024. Per tutto quest’anno sono al 5%, per cui si è trattato di un vero e proprio dimezzamento. In base alla previsione dell’art.1284 del Codice Civile, essi possono essere variati ogni anno in relazione al tasso d’inflazione e ai rendimenti dei titoli di stato con scadenza inferiore ai 12 mesi.
Gli interessi legali si applicano ai pagamenti omessi o tardivi di imposte, ma anche in relazione a crediti certi, liquidi ed esigibili tra soggetti privati.
Dal picco del 10% al minimo storico in pandemia
Per molto tempo gli interessi legali in Italia rimasero fissi al 5%. Parliamo del lungo periodo che va dal 1942, anno di entrata in vigore del Codice Civile, fino al 1990. Dal 1991 al 1996, invece, furono alzati al 10%. Successivamente, il trend è stato discendente, salvo i primi anni Duemila, fino al minimo storico toccato nel 2020 allo 0,05%.
Il dimezzamento degli interessi legali sembra senz’altro una buona notizia per le parti debitrici. Tuttavia, le cose potrebbero rivelarsi meno favorevoli di quanto pensiamo. Ad esempio, per quest’anno essi sono stati fissati al 5% contro un’inflazione italiana che dovrebbe attestarsi al 5,7%. In termini reali, quindi, risulterebbero negativi dello 0,7%. Invece, l’anno prossimo saranno al 2,50% contro un’inflazione programmata del 2,30%. In termini reali, dovrebbero salire al +0,20%. Se, poi, l’inflazione dovesse scendere più velocemente delle previsioni ufficiali, i tassi reali salirebbero ulteriormente.
Interessi legali per calcolo usufrutto e nuda proprietà
Gli interessi legali, comunque, non riguardano solamente i debitori in senso stretto.
Ad esempio, se il beneficiario di un contratto di usufrutto ha 40 anni, il coefficiente di riferimento dall’anno prossimo sale da 17 a 34. Moltiplicato per 2,50%, esita un valore dell’usufrutto pari all’85% e della nuda proprietà al 15%. Ad esempio, se il valore della piena proprietà fosse di 200.000 euro, la nuda proprietà varrebbe 30.000 euro e l’usufrutto 170.000 euro.