ai Tedeschi non piace più l'euro (1 Viewer)

marofib

Forumer storico
vabbe' ma queste sono cose note
non risolvi pero' il problema del debito in sto modo..non e' che se cambi il nome la fiducia cambia
poi se lo fai gestire a una fondazione(come dicevi prima) sei fuori strada....guarda come e' finita montepaschi...non so come puoi pensare che il privato sia meglio del pubblico su una cosa cosi' sensibile
 

marofib

Forumer storico
@Gianluca747 leggendo un altro tuo post si capisce la ratio....infatti non aveva senso quello che hai scritto..sembrava surreale..ci doveva essere qualcos'altro in ballo :spam: :D
 

Gianluca747

Nuovo forumer
@marofib
la nostra discussione, che tu, per motivi che solo tu puoi sapere, stai cercando di far diventare litigio, verteva su questo punto della proposta del ministro Savona, citata da tontolina (che ringrazio)
Nella nostra proposta, i risparmiatori sposterebbero i loro depositi su basi volontarie presso una nuova istituzione statale, la banca-moneta, la quale li custodirebbe nella catena telematica blockchain attivabile solo da parte dei titolari per effettuare pagamenti con un semplice click dal telefonino o dal computer, senza che forze a questi esterne possano usarle per altri fini.
La differenza tra noi due è che tu consideri questa proposta nonsenso, perchè per te il blockchain non offre vantaggi,
mentre per me questa proposta ha senso, l'unica mia critica é sul punto istituzione statale.
Correggimi se sbaglio
 

marofib

Forumer storico
non voglio litigare...pero' la sincerita' e' gradita
ti sei iscritto per lanciare un nuovo coin....e per maturare msg (finalmente hanno messo il blocco che tanto ho invocato...da un po' non si vedono patenti/passaporti contraffatti :D) ti sei infilato scompostamente in questo

..."Si tratta di diversificare. Una parte del patrimonio su blockchain? Fino a ieri no. Oggi, dopo che ho conosciuto Kinesis, sí :)"
 

tontolina

Forumer storico
ZEW: un "bacio della morte" per la congiuntura tedesca
gaetano-evangelista-5b9a7f3f8db99.200x200.q70.s0.zc1.jpg

ZEW: un "bacio della morte" per la congiuntura tedesca - smartTrading

Il rilascio del dato mensile sulla aspettative circa la congiuntura economica tedesca da parte di un nutrito campione di economisti, ha confermato il tono dimesso dei mesi più recenti, nonché il cattivo stato di forma dell'indice DAX della borsa di Francoforte.

Il sottoindice "Current" si attesta questo ottobre a 70.1 punti: trattasi della lettura più contenuta degli ultimi ventidue mesi. Soprattutto, è un dato che replica un comportamento infelicemente ricorrente su questo fronte.

Come si può notare, difatti, venendo da un massimo di un certo rilievo come quello recente, non di rado lo ZEW tende a risalire per uno, massimo due mesi: salvo essere contenuto dalla media mobile che corre veloce al suo fianco. Una specie di uncino; un "bacio della morte", che precede un secondo e più violento e duraturo affondo. È occorso dopo il picco del 2007 e quello del 2011. Una sorta di marchio di fabbrica.

Se la storia si ripetesse, da questi livelli lo ZEW sarebbe destinato a scivolare ulteriormente, trascinando verso il basso lo stesso DAX.

 

tontolina

Forumer storico
ai krucchi non picciono gli italiani
però amano tanto i loro soldi

Fuga dei capitali (piccoli o grandi) all’estero, dove, come e qualche trucco di Lorenzo Raffo

E’ l’effetto di una scelta emotiva, che si manifesta all’apice delle fasi di incertezza politica. Attenzione ai rischi che comporta. Una serie di consigli per non sbagliare e pagarne le conseguenze

E’ un fenomeno ciclico, che porta gli italiani di tutte le Regioni ma soprattutto del nord a cercare vie di fuga per i propri capitali, specialmente se detenuti in liquidità. Si tratta di una tendenza che si ripete ogni “tot” anni quando l’Italia rischia di più. Inutile sottolinearne i motivi: questa volta la spingono i timori per una crisi economica del Paese e per l’adozione di una patrimoniale, in realtà da noi poco ipotizzata ma “consigliata” da nordici, Bce, Troike varie e politici stranieri che odiano il Bel Paese. Sul tema di una tassa sul patrimonio torneremo nelle prossime settimane. Oggi affrontiamo l’argomento della fuga di capitali facendo il punto sulla situazione. Quali pro e quali contro? Soprattutto dove e come?

Portare i capitali all’estero protegge o non protegge?

Non certo dal fisco

Lo scambio automatico di informazioni relative al movimento di capitali fra la maggior parte dei Paesi del mondo (tutti quelli occidentali e alcuni ex paradisi fiscali) rende la scelta assolutamente azzardata da parte di chi lo faccia al di fuori dei canali regolamentati

Non da una patrimoniale

Colpirebbe indistintamente capitali detenuti in Italia e capitali detenuti all’estero, salvo che si segua il rischiosissimo percorso di una detenzione extra vie ufficiali, ormai complessa, anzi ipercomplessa, data la tracciabilità dei flussi bancari

Non dalle difficoltà di gestione

Chi cerca alternative all’estero ha in molti casi capitali in nero. Per trasferirli deve utilizzare percorsi paralleli, che costano ed espongono a rischi non marginali. Nelle ultime settimane gli “spalloni” della finanza telematica hanno aumentato i propri costi di intermediazione. Le metodologie applicate sono talvolta raffinate ma comportano incognite da prendere in considerazione. Su questi pericoli non c’è una casistica perché si tratta di un mercato fuori controllo. Le banche straniere sono poi diventate molto sospettose rispetto ai capitali che giungano attraverso canali non ufficiali. Si dice che solo alcune minori tedesche e austriache (guarda un po’, proprio quelle dei Paesi più duri nei nostri confronti!) chiudano talvolta entrambi gli occhi rispetto a certi flussi in arrivo dall’estero

Sì da un prelievo forzoso e soprattutto da eventuali controlli su cassette di sicurezza o quant’altro

Stiamo passando a un’ipotesi estrema, possibile però con l’arrivo di una Troika, che riporterebbe l’Italia a una situazione di Governi non eletti dai cittadini. In questo caso la detenzione di capitali all’estero proteggerebbe, data la quasi impossibilità di obbligare istituti bancari stranieri a esercitare prelievi o altro su posizioni di propri clienti. Le esperienze della Grecia (2015 – plafond a 1.800 euro per i prelievi di liquidità dai conti correnti, da quest’anno aumentato a 2.500 euro) e di Cipro (2013 – blocco della libera circolazione dei capitali) sono ferite aperte, che hanno giustamente sollevato timori anche da noi

Sì rispetto a un’uscita dall’area euro

Altra situazione estrema, che non viene però esclusa dai risparmiatori più apprensivi. Corretto per chi lo pensa agire ora

Ni, nel caso di una crisi bancaria

E’ un ni, visto che la situazione delle grandi banche straniere è meno solida di quanto spesso si creda, come gli stress test dell’Eba hanno confermato proprio negli ultimi giorni. Meglio evitare quindi le “big” e preferire magari quelle intermedie

Prima sintesi – I sì e i no alla fin fine si compensano. Sul tema fuga dei capitaliinterviene però una scelta emotiva difficilmente gestibile. Da decenni gli italiani guardano all’estero come a un’ancora dagli occhi del fisco ma da decenni si pentono poi di averlo fatto per i costi elevati, per le difficoltà di gestione, per l’obbligo di aderire forzatamente alle varie “voluntary disclosure”, per le evoluzioni normative nonché delle controparti bancarie straniere e per tanti altri motivi. La fuga dei capitali appartiene a un pezzo di cervello degli uomini e lo dimostra il fatto che si manifesti in quasi tutti i Paesi del mondo: perfino negli Usa e in Germania, sebbene solo in ottica fiscale. Essendo – come si diceva – una scelta emotiva, va gestita con grande freddezza. Spesso si realizza invece sull’onda dei “tam tam” e dell’impulsività. Commettendo clamorosi errori. Lo evidenzia la realtà che insorga all’apice delle varie e ripetitive crisi politiche.

E ora passiamo al dove e al come.


In Paesi dell’area euro con canali in chiaro (fiduciarie italiane di primo piano) che operano in qualità di sostituti di imposta

E’ la scelta più tranquilla in assoluto, poiché protegge da tutti i rischi. Il problema sta nell’identificare le banche più affidabili: nella fase attuale sono soprattutto quelle olandesi e alcune belghe e francesi. Attenzione alle tedesche e alle austriache. Da valutare con attenzione tutti i costi da sopportare e la barriera linguistica. Non tutte accettano però l’intermediazione di una fiduciaria per questioni di compliance interna. Voto 9

In Paesi dell’area euro in chiaro attraverso la gestione in proprio


Si identifica la banca (valgono i consigli di cui sopra) e poi si trasferisce il capitale, ufficializzando il tutto con la relativa dichiarazione nel quadro RW del modello dei redditi di anno in anno se la consistenza media è superiore a certi valori. L’RW assolve anche agli obblighi legati al pagamento di imposte su immobili all’estero (Ivie) e su attività finanziarie sempre all’estero (Ivafe). Voto 5

Tra poco l'articolo si interrompe ... se vuoi continuare a leggere l'articolo FREE e SENZA IMPEGNO CLICCA QUI >>

In Paesi dell’area euro mediante stratagemmi societari


I metodi sono tanti e la casistica molto ampia. Si è però soggetti a possibili severi controlli perché ormai gli organi fiscali monitorano (giustamente) questi sotterfugi, da quelli di società fittizie – poi fatte fallire – all’utilizzo per esempio di brevetti. Operazioni complesse che richiedono capitali ingenti e collaboratori fedeli. Da evitare nel modo più assoluto. Voto 0

In Paesi area euro attraverso le banche digitali

Stanno crescendo come funghi. Offrono servizi diversificati a bassi costi e chiedono solo di scaricare le relative app. Propongono per esempio carte di credito monetarie o digitali, bonifici internazionali gratuiti, sottoconti in diverse divise, acquisto di criptovalute e tanto altro ancora. Fidarsi? Se si esportano capitali per il timore di inaffidabilità dell’Italia è sconsigliabile consegnarsi a realtà ancora poco conosciute e comunque non soggette ad accertamenti di solidità dagli organismi di controllo. Vale comunque sempre l’obbligo di dichiarare poi quanto detenuto sull’RW nella dichiarazione dei redditi. Qualche nome? La tedesca N26, le inglesi Revolut e Monzo oppure varie specialiste attive nel settore del trasferimento di denaro. Sono state create con obiettivi di servizi “low cost” e non si prestano alla gestione di capitali. Voto 3

.......................................................

......................................................

......................................................

......................................................

Per continuare a leggere l'articolo FREE e SENZA IMPEGNO ========>> CLICCA QUI >>

LombardReport.com Srl unipersonale
Via Settevalli, 556 - 06129 Perugia (PG) - ITALY
Tel 059 782910 Fax. 059 785974 P.IVA e CF: 02611280369 Cap. Soc. 10.000 euro int. vers.
 

tontolina

Forumer storico
Ormai la Germania c’è abituato ad utilizzare dei metodi para mafiosi, ma a questo punto siamo arrivati proprio limite. sul quotidiano economico Handelsblatt è comparso un articolo, anonimo, nel quale si Invitano i mercati a fare giustizia dell’italia. praticamente c’è proprio un appello affinché l’Italia sia ridotta alla bancarotta e quindi a chiedere aiuto all’OMT, che dovrebbe quindi imporre l’Italia delle strettissime norme di rientro di bilancio.

Il tutto dovrebbe passare attraverso l’imposizione da parte del mercato di interessi molto alti sui titoli di stato, che da un lato si sposterebbero sull’economia reale delle aziende, e dall’altro sul bilancio dello stato, obbligando quindi questo a rivederli completamente.

Naturalmente quando si fanno degli attacchi mafiosi si chiede l’aiuto ai complici, e di questo caso Handelblatt afferma chiaramente che la banca città europea dovrebbe comportarsi in modo spietato, senza aiutare i titoli italiani in alcun modo, Anzi chiudendo il QE e rendendo quindi la situazione ancora più stringente. praticamente la Banca Centrale Europea dovrebbe appiccicarsi i propri obblighi di carattere legale e non fare nulla, lasciando un membro dell’Unione andare letteralmente in fallimento. Alla fine i picchiatori del mercato dovrebbero piegare l’Italia in modo violento ed obbligarla a chiedere l’aiuto di un OMT della BCE oppure del ESM, anch’esso intenzionato ad imporre una rigida disciplina di bilancio.

Dopo l’avviso di carattere mafioso naturalmente c’è la parte buona, due punti
Basterebbe che il governo italiano si piegasse alle volontà di Bruxelles per quanto riguarda la disciplina di bilancio. Democrazia, diritti politici, stato sociale sono tutte parole prive di qualsiasi valore per chi ha scritto questo articolo

a questo punto non ci resta altro che affidarci alle maniere forti e predisporre degli strumenti che siano in grado di controbattere l’aumento dello Spread che, i nostri amici e cari partner europei, cercheranno in ogni modo di ottenere. praticamente Handelsblatt preannuncia una vera e propria dichiarazione di guerra all’Italia, ed in guerra tutto è permesso, anche la misura più estrema. Prepariamoci a vederne delle belle.


SCENARIECONOMICI.IT

UFFICIALE DICHIARAZIONE DI GUERRA DEI TEDESCHI ALL’ITALIA
 

tontolina

Forumer storico
Brexit, caso Italia e crisi UE hanno un’unica origine: l’ottuso duetto franco-tedesco
L'Unione Europea si sta dissolvendo sotto gli occhi compiaciuti dei commissari, che in due anni sono riusciti a perdere Londra e ad alienare Roma. L'asse franco-tedesco si è rivelato un fallimento totale.
di Giuseppe Timpone, pubblicato il 16 Novembre 2018 alle ore 10:35
brexit-crisi-ue-625x342.jpg

“Brexit is Brexit” aveva detto la premier Theresa May, entrando al numero 10 di Downing Street nell’estate di due anni fa, succedendo a David Cameron dopo la scioccante sconfitta al referendum sull’uscita del Regno Unito dalla UE. Ancora oggi, leggendo le cronache di quotidiani europei e non, si scopre che non sarebbero in pochi a confidare che Londra rimanga nelle istituzioni comunitarie, magari attraverso un accordo “fake”, che di fatto salvi le forme del divorzio e nella sostanza lasci intatti le relazioni con Bruxelles, oppure indicendo un secondo referendum. Evidentemente, molti eurofili stanno continuando a commettere l’errore alla base della Brexit stessa, ovvero guardano gli eventi della storia dal buco della serratura e non hanno una visione completa di quanto stia accadendo. Il governo May ha i giorni contati e il suo accordo con la UE, siglato nei giorni scorsi, verrà con ogni probabilità bocciato dalla House of Commons. Perché? Perché Brexit is Brexit; aveva ragione la premier, la quale sembra essersi dimenticata strada facendo delle sue stesse parole.

Caos Brexit, l’accordo con la UE travolge il governo May e ora Bruxelles può esplodere

I sudditi di Sua Maestà stanno uscendo dalla UE per una ragione specifica: non vogliono restare sotto lo stesso tetto con Germania e Francia, le quali pretendono di comandare sui turni in cucina, su chi debba fare le pulizie di casa e su chi e quanto dovrebbe pagare per le bollette. A differenza dell’Italia, i britannici sono “sovranisti” per natura e non possono accettare di prendere ordini da quello stesso popolo, che non più tardi di 73 anni fa riuscirono a sconfiggere con una fiera opposizione nazionale. Mentre Re Vittorio Emanuele III abbandonava Roma per riparare a Salerno, di fatto sancendo il tradimento verso il suo popolo e ponendo fine all’autorevolezza residua della monarchia italiana, la Regina Elisabetta, madre dell’attuale sovrana, sfidava la Luftwaffe del Fuehrer e impavida camminava tra le macerie di Londra per dare sostegno ai suoi sudditi. Pensate che questo popolo si faccia indicare da Berlino il rapporto deficit/pil, la lunghezza del cetriolo e la curvatura delle banane?

“I want my money back” avrebbe esclamato la Lady di Ferro, Margaret Thatcher, sbattendo la sua epica borsa sul tavolo della riunione dei 12 capi di stato e di governo, quando nell’ottobre del 1990 a Roma scoprì che l’Italia aveva tradito la parola data sul suo non ingresso nell’euro, lasciando il Regno Unito isolato. A casa la attese il benservito del suo stesso partito, ma quella sconfitta personale nei decenni si tramutò in una vittoria nazionale, perché Londra era ed è rimasta sovrana, nel senso pregnante del termine. Il duetto franco-tedesco, lo stesso che con la moneta unica ambiva a mettere nel sacco il resto d’Europa, nella sua ottusità mentale come poche volte nella storia, da anni pretende di guidare il Vecchio Continente, decidendo le sorti politiche, economiche e finanziarie degli altri stati membri. Pensava fino al 2016 persino di costringere il Regno Unito a entrare prima o poi nell’euro, così come nel 2011 si era convinto di essere riuscito a colonizzare l’Italia, piazzando a Palazzo Chigi qualsiasi burattino che gli facesse comodo.

L’ottusità della UE franco-tedesca
Se la gestione franco-tedesca avesse esitato qualche risultato positivo su un qualche fronte, chapeau. Invece, dietro l’arroganza di due capitali convintesi di essere davvero brave, il nulla. Ai diktat impartiti a Roma e agli altri governi sui vincoli di bilancio non è mai corrisposta e forse mai corrisponderà alcuna visione complessiva e di lungo periodo su come rendere ottimale la convivenza di 19 economie diverse in una unione monetaria. Francia e Germania nel 2010 con la crisi della Grecia pensarono solo a salvare le proprie banche, trovando prima Atene e poi Roma quali capri espiatori perfetti, visto che la credibilità delle rispettive istituzioni non è mai stata in linea con gli standard occidentali. Ne seguirono anni di insulti, di cliché propinati in sedi formali (“il Sud Europa non può continuare a spendere i suoi soldi in donne e vino”, la magnifica espressione dell’ex presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem) e tramite la stampa.

Con la nascita del governo giallo-verde in Italia, anziché capire le ragioni che il 4 marzo scorso hanno spinto più di un italiano su due a votare per formazioni euro-scettiche e il cui consenso nel frattempo sarebbe lievitato a circa i due terzi del totale, Bruxelles ha attuato la tattica del bullismo istituzionale, con una ridda di dichiarazioni volutamente drammatizzanti la situazione finanziaria italiana, al fine di fare esplodere lo spread a un livello sufficiente a mettere sotto pressione Roma. Ad oggi, l’unico risultato che i commissari sembrano essere riusciti ad ottenere è stato la lievitazione dei voti per la Lega di Matteo Salvini, che nella percezione pubblica è il leader dell’ampio schieramento anti-Bruxelles. Un capolavoro, che si aggiunge a quello di questi mesi sulla Brexit. Il team negoziale capeggiato per la UE dal francese Michel Barnier, europeista ottuso come pochi, pretenderebbe di scindere il Regno Unito sul piano delle relazioni commerciali, assegnando all’Irlanda del Nord uno status particolare, grazie al quale le merci europee continuerebbero a fluire nel paese come oggi. Il Parlamento di Londra dirà quasi certamente di no a tale affronto alla sua unità nazionale.

I commissari, alle cui spalle si trovano ormai una cancelliera Angela Merkel politicamente morta e un Emmanuel Macron in preda a un esaurimento nervoso per assenza di consenso alla sua natura di “Giove” d’Europa, sono così compiaciuti della loro bravura da non capire che in meno di due anni hanno perso due stati-chiave della UE: Londra, che sta per andarsene formalmente e Roma, che politicamente può considerarsi ormai fuori dall’orbita eurofila. Continuare a dipingere scenari apocalittici per l’innalzamento del deficit al 2,4% del pil (operazione in sé errata) è da idioti, almeno senza considerare che l’Italia ha sofferto del maggiore declino economico tra tutte le economie avanzate del pianeta negli ultimi 25 anni e che questo sia accaduto dentro l’euro, pur se opinabile se a causa di esso o meno. La tattica franco-tedesca di umiliare chi non accetti un destino da subordinato ai loro desiderata si è rivelata demenziale e autolesionistica, se è vero che la stessa Germania inizia a patire sul piano politico le conseguenze della sua leadership senza visione, mentre Brexit e Trump già prefigurano rischi di lungo termine per la sua economia “export-led”.

E se la Commissione UE sotto sotto tifasse Salvini contro i 5 Stelle per salvare l’euro?

La fine della UE è già in corso
Se qualcuno crede che l’ottusità abbia come limite la salvaguardia degli interessi in gioco si sbaglia. Le classi dominanti hanno sempre dimostrato di non essere in grado di correre ai ripari, se non quando è già troppo tardi. Nemmeno l'”illuminato” Mikhail Gorbacev riuscì a salvare l’impero sovietico dalla dissoluzione, né 200 anni prima vi era riuscita la monarchia francese a mettere al sicuro sé stessa compiendo piccoli passi verso il cosiddetto terzo stato. Dunque, la UE starebbe collassando? In parte, è già accaduto con la Brexit, ma il meglio o peggio dovrà accadere nei prossimi mesi, quando una Londra ormai ufficialmente esterna farà di tutto per colpire Bruxelles sul piano geopolitico, facendo ancora più comunella con gli USA.

E l’Italia non è un caso che si risolverà sperando nell’arrivo di un altro tecnico alla Mario Monti al governo, perché la sfida che attualmente il governo giallo-verde sta portando avanti contro gli eurocrati è ormai condivisa da larga parte degli italiani, i quali certo non vorrebbero mettere a rischio i propri risparmi con colpi di testa come il ritorno alla lira, ma non accettano più di subire supinamente le scelte europee. A meno di immaginare che i commissari ci mandino i carri armati invadendoci, l’unica soluzione possibile sarebbe un accordo che garantisca al nostro Paese un ruolo di co-gestione delle istituzioni comunitarie, altrimenti inevitabile sarà anche in questo caso il lento e inesorabile addio. La UE così come la conosciamo sta morendo e i suoi assassini sono gli stessi che la governano, responsabili del reato di ottusità, che nella storia si è rivelato l’atteggiamento tipico di chi ritiene che il consolidamento del potere nelle proprie mani gli consenta di fare a meno di tutto il resto del mondo. Nessuno rimpiangerà tra alcuni decenni Frau Merkel, la cui eredità sarà il caos e il ritorno ai nazionalismi. Forse, nessuno si ricorderà nemmeno che agli sgoccioli della sua carriera al governo, in Francia vi fu un tale Macron, distintosi per gaffes e insulti contro i governi non allineati al suo pensiero.

Europa divisa, euro a rischio e stati che si guardano in cagnesco: l’eredità di Frau Merkel

[email protected]
 

Users who are viewing this thread

Alto