Il Superbonus 110% non è altro che un’agevolazione fiscale di cui hanno goduto e continueranno a godere i contribuenti sulle ristrutturazioni delle case. Il Superbonus è nato con l’articolo n° 119 del DL n° 34/2020, cioè del decreto Rilancio. La misura è stata molto sfruttata in questi anni. Nata per sostenere le aziende del settore edile e per dare manforte ai contribuenti che dovevano sistemare casa, il Superbonus per i prossimi anni sarà ridotto. Ma non sarà meno importante. Ma su questa agevolazione, man mano che passano mesi e anni, emergono sempre novità molto importanti.

Una novità del Governo adesso rischia di far pagare un salasso a molti contribuenti che in passato hanno sfruttato l’agevolazione.

“Buongiorno, volevo sapere cosa rischio a vendere la casa di abitazione del mio nucleo familiare adesso. Ho sfruttato il Superbonus al 110% e volevo capire se era possibile vendere casa senza dover restituire quanto preso con il Superbonus e continuando a prendere le rate dell’agevolazione. Grazie mille per la vostra risposta, sempre se potete darmela.”

Il Superbonus 110% in estrema sintesi

Come detto il Superbonus non è altro che un’agevolazione fiscale. Infatti lo strumento offre al contribuente che lo utilizza, la possibilità di scaricare il 110% della spesa sostenuta, in 10 rate annuali di pari importo e in 10 annualità consecutive di 730 o modello Redditi PF. Tutte le spese sostenute a far data dal 1° luglio 2020 possono essere scaricate con questa agevolazione. Ma solo se le spese fanno riferimento a specifici interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, o del rischio sismico.

Come anticipato, il Governo ha deciso di limitare il Superbonus. Nel dettaglio, la proroga del Superbonus con la legge di Bilancio del 2023 entrata in vigore lo scorso gennaio, ha stabilito che solo per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 il beneficio era pari al 110%. Perché per le spese che i contribuenti sosterranno nel 2024, il Superbonus sarà del 70% e per quelle sostenute nel 2025 si scenderà al 65%.

Case, Superbonus e cessioni dopo i lavori agevolati

Il nostro lettore ci dice che vorrebbe vendere la casa su cui ha sfruttato l’agevolazione fiscale. Nessun vincolo è adesso esistente sulla vendita di un immobile anche se con Superbonus sfruttato precedentemente. Nella legge di Bilancio che entrerà in vigore nel 2024, non mancano le misure che mirano a colpire le speculazioni edilizie tra cui quelle relative al Superbonus.

L’intervento del Governo è volto ad evitare le pratiche speculative di chi evidentemente trae vantaggio dalla vendita di un immobile, il cui prezzo è salito proprio alla luce dei lavori fatti dentro il perimetro del Superbonus. Evidente che una casa dopo essere stata migliorata dal punto di vista sismico o energetico, oppure in entrambi questi aspetti, salga di prezzo. E chi per mestiere fa lo speculatore, adesso avrà tempi duri davanti a sé.

Una norma in contrasto alle speculazioni

Chi vende un immobile a un prezzo più alto di quanto speso per l’acquisto, fa la classica plusvalenza. Nulla di illecito naturalmente. Ma se l’aumento di valore viene addotto agli interventi di efficientamento energetico o a quelli di adeguamento del rischio sismico, sulla differenza di importo tra costo di acquisto e prezzo di cessione si rischia di dover pagare un surplus di tasse.
Una tassa del 26% sulla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita. Cioè sulla già citata plusvalenza.

Aumenta la base imponibile perché aumenta la plusvalenza

Questa novità, sarebbe valida per le compravendite di immobili a partire dal 1 gennaio 2024. Come si legge anche sul Sole 24 Ore, oggi per le compravendite fino al 31 dicembre, vale la regola della tassazione delle plusvalenze a condizione che si tratti di case comprate o costruite da meno di 5 anni. E che non siano provenienti da atti di successione o che non riguardino le case abitazioni principali del cedente.

Ma ciò che fa discutere è il calcolo della plusvalenza.

Infatti mentre fino a oggi, la plusvalenza su cui si paga l’imposta riguarda la differenza tra costo di acquisto e costo di vendita, dal 2024 la plusvalenza sarà comprensiva anche dei costi per gli interventi sull’immobile agevolati da bonus ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus e Superbonus.