Gira insistente la notizia, ormai dal 2014, che le case farmaceutiche venderebbero farmaci o vaccini che contengono metalli pesanti. Anche se è vero che è capitato, a volte, che case farmaceutiche abbiano venduto dei medicinali che potevano far male alla salute dei pazienti,  va ricordato che in questi casi le compagnie che producono tali medicinali sono costrette a pagare risarcimenti danni per miliardi di dollari, quindi l’ipotesi che volutamente una casa farmaceutica metta in vendita qualcosa che possa danneggiare chi la utilizza si potrebbe già escludere a priori.

La questione dei metalli presenti nei medicinali e nei vaccini, però, è una delle cose più semplici da provare: la presenza dei metalli, infatti, si analizza molto facilmente tramite l’assorbimento atomico che quantifica la concentrazione nell’ordine del milligrammo.

Ma dire “il vaccino contiene mercurio” o dire “nel vaccino ci sono quantità pericolose per la salute di mercurio” (o di altri metalli pesanti) non è la stessa cosa. Il mercurio è presente ovunque quindi dimostrare che qualsiasi soluzione lo contenga non è così difficile. Il mercurio è presente nell’acqua ma anche nell’aria ma non per questo le quantità presenti devono per forza far male.

In alte quantità il mercurio può essere nocivo per la salute causando, nei casi peggiori, pesanti danni neurologici soprattutto nei bambini.

Dire che nei vaccini che somministriamo ai nostri figli è contenuto il mercurio, quindi, non è una bufala: secondo un’analisi, il mercurio è presente nell’ordine di 10 microgrammi per litro. Con un vaccino, quindi, si assume un centesimo di microgrammo di mercurio, una quantità mille volte più bassa alla dose giornaliera per la quale non si evidenziano effetti nocivi per la salute (e bisogna tenere presente che i vaccini non si fanno tutti i giorni, quindi si tratta di dosaggi una tantum). Si assorbe, quindi, molto più mercurio respirando e bevendo l’acqua potabile, cosa di cui non ci preoccupiamo o allarmiamo.

Ormai i vaccini sono diventati lo spauracchio contro cui combattere e molte volte sono le stesse associazioni dei consumatori a promuovere l’illusione di possibili risarcimenti da parte delle case farmaceutiche: sono moltissime, infatti, le cause intentate per risarcimento contro i vaccini, come quello del morbillo ad esempio, per il quale le reazioni significative sono state, negli ultimi 20 anni, al massimo 4.